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TORINO-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Testa a Manchester? Sinceramente pensavamo e temevamo un poco di più, al termine di un primo tempo divertente e un poco paradossale: Torino obbligatoriamente affamato, Roma decorosa e forse un po’ stanca ma, nei ribaltamenti di fronte, potenzialmente pericolosissima dopo il subitaneo vantaggio firmato da Mayoral. Il tabellino al termine dei primi 45’ dice zero a uno, potrebbe in realtà essere caratterizzato da molte altre cifre. 
Dopo aver colpito a freddo, gli uomini di Fonseca hanno subito, in più di un’occasione, ma al tempo stesso prodotto occasioni nitide per il potenziale raddoppio. 

Capitolo Pedro, che comincia con l’assist decisivo di tacco: ispirato quando imposta giocate da par suo, impreciso o se preferite non spietato quando bisogna farle diventare decisive. Saremmo ridicoli nel metterne in discussione le qualità, ma proprio per questo non possiamo che deprecare certe sbavature tecniche non da par suo. 

Parentesi futuribile, alla fine della prima frazione di gioco: uno con la tempra del “Gallo” Belotti avrebbe tutto per infiammare il pubblico della Roma; è un discorso che addirittura prescinde dal numero delle segnature. 

Secondo tempo romanista solo per amore di firma, in verità: al di là degli avvicendamenti, che hanno un’importanza relativa, la Roma appare via via stanca, poco presente a se stessa, appannata, quindi infine assente. Roma sparita, in sostanza. 

Era chiaro da giorni che il Toro avrebbe avuto maggiori motivazioni ma, a maggior ragione dopo un primo tempo decoroso e chiuso in vantaggio, dobbiamo dire che c’è modo e modo, anche quando si pensa al Manchester. Perché la Roma di questo secondo tempo rischia di fare una figuraccia giovedì, contro l’Atalanta: prima di oggi, con uno sforzo di fantasia, potevamo ancora considerarlo uno scontro diretto.  

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