ACCADDE OGGITOP

ACCADDE OGGI. 1995: ROMA-BRONDBY 3-1 (Totti, Balbo, Carboni)

LA ROMA 133 – DICEMBRE 2015

“Italia paese del sole? Ma fateci il piacere”. Questi e altri coloriti commenti devono aver occupato i pensieri dei danesi venuti a Roma per la gara di ritorno di Coppa Uefa, ma soprattutto per dare uno sguardo alle nostre bellezze, ai monumenti, ai musei, verificare come ci stiamo preparando all’Anno Santo e alle Olimpiadi. Da noi hanno trovato gelo su tutti i fronti, persino la pioggia mista a nevischio a riproporre un clima a loro congeniale, ad alimentare speranze sportive, già forti dopo il successo conseguito in casa.

Tutto giusto, ma il grande cuore della Roma dove lo mettiamo? Coperti da cappucci e giacche a vento, come se dovessero affrontare un viaggio verso Madonna di Campiglio, i supporter della “magica” hanno trovato un solo modo per riscaldarsi: urlare a perdifiato per novanta,intensi minuti e sottoporsi ad un autentico supplizio di emozioni.
Poco più di quarantacinquemila anime, per un miliardo circa di incasso, la cifra che Sensi aveva messo a disposizione dei ragazzi in presenza della qualificazione. Uno striscione su tutti dava, però, la sensazione del pienone: «Non sarai mai sola». Ed è stato così, perché ovunque, nelle case, nei bar, nei circoli ricreativi raggiunti dalle immagini di mamma Rai, le scariche di adrenalina sono state forti.

E se nella solita Curva slogan e bengala raccontavano l’ennesima storia col sapore della sopravvenienza, in campo gli “undici-leoni” tanto per usare un incitamento domenicale, ce l°hanno messa tutta, hanno combattuto come fiere ferite (il gol di Moeller avrebbe stroncato le gambe persino ad un elefante) fino a raggiungere in extremis, probabilmente nel momento in cui l”arbitro Heynemman stava portando il fischietto alla bocca per decretare la fine, un successo storico, un°impresa bella perché diventata improvvisamente impossibile.

Nel colpo di genio di Francesco Totti, nella staffilata di destro (piede usato soltanto per salire sull’auto) di Amedeo Carboni, capitano non a caso, erano condensati rabbia, voglia di resistere, di riemergere contro tutti, il carattere di una formazione che ha sempre creduto e tentato di raggiungere l°obiettivo prefisso. E quella macchia gialla danese “appiccicata” a ridosso della Curva Nord, quei tifosi imperterriti, felici al gol di Moeller, hanno smesso di cantare e di sperare.

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *