ROMA-GENOA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Mister, come non abbiamo giocato una grande gara? Tre punti, goal sfruttando un calcio piazzato e avversario sostanzialmente mai pericoloso. Io firmo perché vadano tutte così: lei no?
E pazienza se non ci sono state ripartenze spumeggianti e giocate verticali in velocità. La Roma ha gestito il match: magari avesse la stessa cura anche nelle partite con le avversarie migliori che incontra.
L’avversario è in buona forma ma davanti si presenta, con tutto il rispetto, con Destro e Pjaca: se tu hai recuperato Smalling, puoi dirti relativamente tranquillo, anche se Cristante scala a fare il marcatore a sinistra.
Sul centrodestra c’è invece Mancini, che trova un bel goal su corner di Pellegrini: sono reti che, una volta, si vedevano raramente. Ormai l’avversario lasciato libero per la marcatura a zona, che sfrutta al meglio il “terzo tempo”, è pressoché una costante.
Diawara, senza far cose eclatanti, vive il miglior momento da quando è Roma: anche ieri sostanza tanta, costruzione poca.
Per quella c’è Pellegrini: bene nelle idee; male in alcuni finalizzazioni tra cui una punizione “moscia” e un destro da buona posizione alle stelle; ottimo nel finale, quando fa scorrere i minuti tra punizioni e angoli guadagnati.
Pedro meglio delle ultime uscite e non ci voleva molto: il colpo di tacco che aveva propiziato la rete dei Mayoral avrebbe di certo rinfrancato i due spagnoli. Perché se l’ex Barcellona continua a non esprimersi al meglio, stesso può dirsi – con i dovuti paragoni – di Borja Mayoral, anche ieri piuttosto deludente.
Così come El Shaarawy, cui nulla si può dire per la voglia ma qualcosa sì per l’efficacia: sembra un po’ arrugginito e, forse, paga anche la posizione in campo, non proprio ideale per il suo modo di giocare.
Senza far danni o facendo bene, come Villar, i subentrati, cambi che nelle prossime due settimane (4 partite da disputare prima della sosta) saranno necessari, costanti e da effettuare con il tempismo giusto. Per continuare a sperare in quel quarto posto, comunque, onestamente difficile da raggiungere.
Magari accettando che non si debba sempre “dominare” il gioco, ma prendere i tre punti cinicamente come ieri, potrebbe essere meno complicato.