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FIORENTINA-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

L’occasione persa – assieme alla partita – contro il Milan non poteva che lasciare strascichi, come è normale che sia. Anche per questo, tornare in campo stasera fa più bene che male, è più utile che dannoso, detto così, a bocce ferme prima del fischio iniziale di Calvarese.

Un aspetto ci preme sottolineare, così come abbiamo sottolineato le sue colpe appena terminata la gara contro i rossoneri: si può pensare ciò che si vuole di Paulo Fonseca, sempre aspettando la fine della stagione per stilare un bilancio definitivo; però ieri in conferenza abbiamo ascoltato un allenatore che parlava di calcio, soprattutto in quel paio di minuti dedicati al distinguo tra identità e strategia. Ha provato a spiegare una volta ancora come intende la questione, che Roma ha voluto creare – compatibilmente con gli uomini che ha a disposizione -, che tipo di fisionomia vuole che continui ad avere. Molto probabilmente a giugno andrà via, appare sempre più spendibile come ipotesi, ma siccome gli addossiamo tutte le colpe che secondo noi ha, quando le cose vanno male, allo stesso modo ci piace con la medesima attenzione fare caso a tutti gli aspetti positivi, anche in senso comunicativo.

Detto ciò, non ci si deve né ci si può fidare della Fiorentina, nemmeno tabelle e classifiche alla mano. 

Al netto di tutti questi bei discorsi, poi bastano una ventina di minuti per capire che l’approccio della Roma non è certo famelico come ci si potrebbe aspettare dopo la doccia fredda con il Milan e la comprensibile rabbia (?) da scaricare contro i viola. L’impressione è che così si possa giocare anche una settimana senza schiodare lo zero a zero dal tabellone. Anzi, a onor del vero c’è un pericolo per la porta di Pau Lopez, che deve respingere la conclusione di Vlahovic. Sul finale di tempo ci sarebbe il diagonale di Pellegrini respinto a terra da Dragowski, se non ci fosse Mkhitaryan in fuorigioco. 

A proposito: l’armeno è appannato, ne ha ben donde; nell’intervallo ci si augura che i cambi vengano messi in preventivo un po’ prima del settantacinquesimo. Ci viene in mente il nome di El Shaarawy in primis. 

L’episodio, all’improvviso, in apertura di ripresa arriva: lob morbido e preciso di Mancini per la girata di Spinazzola, da attaccante vero. Zero a uno, con premesse di aumentato cinismo per il raddoppio contro una frastornata Fiorentina. 

Invece, Spinazzola dà, Spinazzola toglie: lo scaraventa lui l’uno a uno sotto la traversa di Pau Lopez. Nel frangente, la Roma perde Veretout, che si ferma per cause muscolari e molto dolorose, ignorato da Ribery e compagni nello sviluppo dell’azione. 

Arrivano Pedro ed El Shaarawy, c’è anche l’occupazione del territorio nemico, però non c’è il raddoppio, fino a un certo punto.

Poi, con la suspense del check, arriva l’inserimento perfetto di Diawara: Fiorentina uno, Roma Amadou. Meglio di Amadeus. 

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