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ACCADDE OGGI… 20 novembre. 1960: nasce la leggenda di “Daje Roma Daje”

La storia della Roma è fatta da grandi eventi e grandi personaggi che molto spesso hanno calcato il campo da gioco, altri invece l’hanno fatta dalla parte del tifo. Tra questi, menzione speciale va a Dante Ghirighini, classe ’36, che portò qualcosa di nuovo all’Olimpico: “il tifo”. La passione e l’amore per quei due colori era sempre esistita, ma aveva bisogno di un coordinatore, di un leader carismatico.

Il mito di Dante nasce il 20 Novembre del 60. Allo stadio è appena finita Roma-Padova 3 a 1, tripletta di Manfredini. È l’ottava giornata, già la quarta tripletta per lo scatenato “Piedone”, c’è molto entusiasmo, la Roma sogna in grande con Cudicini, Ghiggia, Losi, Schiaffino, Lojacono, e il diciassettenne Picchio De Sisti. Sugli spalti della Sud c’è un giovane tifoso con un’enorme bandiera che fa il giro del campo tra gli applausi della folla. Quel giovane è Dante Ghirighini, che diventa così il beniamino della gente romanista. L’A.S. Roma del presidente Anacleto Gianni, gli offre la tessera della Tribuna Tevere per assistere seduto in posizione centrale alla partita successiva, contro la Juventus.

Varie generazioni di tifosi, che arrivavano allo stadio con bandiere, trombe e campanacci affollando i vecchi autobus di colore verde che li portavano nelle vicinanze del foro Italico ricordano lo spettacolo di Dante sugli spalti. Entrava da gran signore, a un quarto d’ora dal fischio iniziale, saliva le scale, scortato da Roberto “il biondo“ e Maurizio “l’avvocato”, stringendo mani e carezzando le teste dei lupacchiotti più piccoli e saliva al suo posto riservato sin dall’apertura dei cancelli. Poi lanciava il suo discorso: «Stamattina pioveva» – boato – «ora c’è il sole» – boato – «C’è il sole per salutare la Roma» – boato – «che è grande e bella» – boato – «e che oggi vincerà!» – boato – «Daje Roma Daje!».

(Testo tratto da un articolo dell’amico Antonio Bongi per la nostra rivista)

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