A PRIMA VISTATOP

ROMA-JUVENTUS. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

L’espressione di Fonseca ieri in conferenza? Più cupa di quella di Spalletti quando Totti – buon compleanno – segnò la doppietta al Torino. Non è una provocazione: è una proporzione. O, se preferite, potremmo dire che era più allegro Rudi Garcia alle sue ultime panchine romaniste.

Sta di fatto che c’è la Juventus, stasera e il fatto che questa sia una vigilia tra le più paradossali di sempre innalza una già elevata soglia di difficoltà.

Pirlo presenta una Juventus a trazione anteriore e, ancora di più, una formazione nelle intenzioni molto propositiva.
Poi, però, comincia la partita e sin dai primi minuti ci si rende conto che la Roma ha le intenzioni e le carte in regola per prendersi il pallino del gioco, soprattutto riempiendo di qualità e cambio di passo la trequarti, con Pedro, che piazza subito un affondo con cross in mezzo dalla destra e Mkhitaryan, che divora un’occasione monumentale dopo un’azione mirabile ma che continua ad accendersi a ripetizione, fino alla letale accelerazione con cui ha recapitato a Veretout il pallone del due a uno con cui la Roma ha chiuso in vantaggio la prima frazione. In mezzo, due rigori, entrambi netti e una Juventus alla quale Pellegrini e compagni hanno con efficacia chiuso gli spazi.
Diligente e attentissima la triade difensiva.

Dzeko? Da par suo, a livello di regia offensiva.
Purtroppo dopo tanta costruzione, a livelli anche sontuosi, bisogna contare due occasionissime sprecate sotto rete, veri e propri set point.

La ripresa inizia con i toni agonistici che si fanno più aspri, tanto che Rabiot ci rimette il secondo giallo e la Juventus resta in dieci.

Quello che dà la sveglia ai bianconeri è Douglas Costa, a livello di intensità.
Il pareggio arriva, dopo che la Roma spreca le occasioni di cui sopra, con lo strapotere di Ronaldo in elevazione. Forse andava controllato meglio, lo stacco però è tanto impressionante quanto perfetto nei tempi.
Fonseca fa bene, tra l’altro, a mantenere lì davanti la triade, pur con le pause di Pedro, che parla lo stesso elevatissimo linguaggio tecnico.

C’è da dire una cosa, da annoverare tra i meriti di Fonseca: dopo il due a due è di nuovo la Juventus quella che si abbassa. La Roma non accusa quella che potevamo aspettarci come una prevedibile prestazione.

E finisce proprio così, con la Roma in avanti. Si può ragionare su qualche cambio più tempestivo che poteva fare Fonseca? Il discorso aveva molto più senso a Verona, stasera la Roma ha cominciato e finito bene.

Che strana settimana ci aspetta…

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