STORIE GIALLOROSSE…L’uomo dei salvataggi a porta vuota
di Franco BOVAIO – Signori, giù il cappello! Perché oggi scriviamo di un grande romanista e giocatore della Roma (e non ce ne vogliano gli altri dei quali abbiamo scritto in passato): Franco Peccenini. Il terzino destro del terzo posto del 1974-75, nel quale con Rocca dall’altra parte forma una coppia di terzini da nazionale. Il ragazzo di Palestrina che è stato portato alla Roma da Dino Viola, che lo aveva conosciuto quando era stato dirigente della cittadina dove il nostro è nato nel 1953 e che ora era nei ranghi dirigenziali della società giallorossa. Uno dei gioielli della Roma di Anzalone che, purtroppo, come il suo compagno e amico Francesco Rocca e tanti altri è stato fermato dagli infortuni, impendendo a quella squadra di giovani di affermarsi come avrebbe meritato e di realizzare, così, il progetto del presidente.
Peccenini, per i pochi che non conoscono la sua storia, era un difensore-marcatore di quelli del calcio nel quale si marcava a uomo e nel quale lui, per caratteristiche tecniche e fisiche, si appiccicava alla punta avversaria più agile, lasciando quella più robusta (il centravanti) all’altro marcatore, suo compagno di reparto. Quel difensore centrale che a quei tempi si chiamava stopper. Peccenini era forte davvero e di lui sono diventati famosi i salvataggi a porta vuota, tra i quali si ricorda sempre quello nel derby del sorpasso del 23 marzo 1975, quando sullo 0-0 ha strozzato in gola a Chinaglia l’esultanza per un gol che sembrava ormai fatto respingendo in acrobazia la sua conclusione nella porta giallorossa. E poco dopo, a consacrare la sua splendida partita, è andato a fare il cross che Prati ha trasformato nell’1-0 per la Roma e nella vittoria che l’ha fatta tornare sopra alla Lazio in classifica “rimettendo così la chiesa al centro del villaggio” (come avrebbe detto Garcia tanti anni dopo).
Ma questo è solo il più celebre degli episodi della carriera romanista del grande Franco, che con la Roma ha vinto la Coppa Italia 1979-80, primo trofeo dell’era Viola e poi è andato al Catanzaro, lasciando i colori giallorossi che ha più amato e che più ama dopo 152 partite di campionato nelle quali non ha mai fatto un gol. Ma quanti ne ha evitati!