STORIA DI IERI di Diego AngelinoCAMPIONATOTOP

TORINO-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego ANGELINO – E quinto posto fu. Il massimo oggi raggiungibile; meno del minimo sindacale previsto a inizio stagione. Con un successo in sostanziale scioltezza contro un Torino salvo, la Roma chiude questo speriamo irripetibile campionato con una giornata di anticipo: almeno per ciò che concerne l’aritmetica.

Džeko segna, si guadagna il rigore dell’1-3, realizza una seconda rete per un fuorigioco (?) davvero millimetrico. Altra categoria rispetto a molti degli interpreti in campo. Stesso discorso per Mkhitaryan, sempre protagonista, e per Smalling, che sarebbe delittuoso lasciar andare via.

Male, anzi, molto male Pau Lopez: ennesimo errore su un goal, quello del 2-3, che avrebbe potuto riaprire un match chiuso. Oltre agli interventi con le mani, sfugge anche la presunta capacità di saper far partire l’azione con i piedi. Se Mirante fosse disponibile, dovrebbero essere pochi i dubbi di Fonseca su chi affidarsi in Europa League.

Negativo come il numero 1 romanista, l’arbitro Piccinini. Ci limitiamo al mancato secondo giallo per Lyanco: neanche nei tornei amatoriali del giovedì si vedono certe cose.

C’è gloria invece per Diawara, alla prima rete romanista realizzata dal dischetto. Una ventina di minuti per Zaniolo: sfiora il goal, si becca un giallo per un fallo in ritardo su Berenguer.

“Non ne ha bisogno”, dice Adani in cronaca dopo il fallo del 22: vero, sulla carta. Se però l’allenatore ti riprende erroneamente in pubblico, magari a 21 anni hai una voglia eccessiva di dimostrare che certe critiche non le meriti. Dovrebbe partire dal 1’ con la Juventus, Nicolò: vuol dire che inizierà dalla panchina con il Siviglia?

Il Siviglia, già: mentre scriviamo gli spagnoli annunciano la negatività al Covid-19 di tutta la squadra, a parte Gudelj. Si dovrebbe quindi giocare regolarmente. L’Europa League ha dei risvolti economici e tecnici importantissimi, se vinta. Per la Roma è, onestamente un sogno: speriamo, almeno, di poterci svegliare il più tardi possibile.

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