ROMA-FIORENTINA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Vittoria meritata della Roma, che mette una seria ipoteca sul quinto posto. In tempi di magra, questo passa il convento della classifica.
Difesa a tre ormai scelta collaudata: con l’ex Ribery e il carneade Kouame è anche più facile che funzioni. Certo, marcando a zona sui calci piazzati, capita che il settore difensivo conceda: vedi palo di Pezzella dopo il vantaggio romanista.
Il primo tempo non è il massimo della vivacità e serve una giocata per sbloccare il match: splendido l’assist di Dzeko per Peres che sfrutta il sonno di Lirola per guadagnarsi il rigore. Il 33, poco prima, aveva lanciato verso la propria porta, al solito, un avversario: ma questa è un’altra storia.
Veretout freddo dal dischetto e Roma in vantaggio. “Caldo”, invece, Spinazzola: peccato per quel regalo all’Inter che macchia indelebilmente la sua ottima striscia positiva dopo la ripresa.
Una volta tanto non è brillantissimo Mkhitaryan, comunque due volte vicinissimo a quel goal che avrebbe migliorato sensibilmente il voto del suo match.
La Fiorentina cambia passo con le sostituzioni in attacco, ma il pareggio lo trova solo sul solito regalo da marcatura a zona: arriva da dietro Milenkovic, 1,95 cm; Diawara non può che soccombere nel contrasto. Avresti Smalling che è alto come il 4 della Fiorentina: ma bisogna guardare il pallone e non gli uomini…
Veniamo al rigore: per me non c’è come non ci sono la metà dei “falli” di mano fischiati in questa ridicola stagione. Mi infastidisce inoltre il pensiero che te lo danno con la Fiorentina priva di interessi di classifica: fischiamelo in una gara che conta, contro un avversario di peso…
Penso però anche a quello non dato alla Spal contro l’Inter che tutti hanno definito rigore: allora, essendo pressoché uguale, me lo prendo.
Il problema è il tocco di Chiffi a inizio azione: l’arbitro che non fa più parte del gioco è un’altra delle grandi idee dei parrucconi britannici che mettono mano alle regole del calcio.
C’è tempo per qualche giocata di Zaniolo, e per dire a Chiffi che se non ritiene punizione la “tranvata” di Milenkovic che costa il naso a Pellegrini, può cambiare mestiere.