SPAL-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI
La nuova divisa, quella che nelle parole di Edin Dzeko si cuce progressivamente sulla pelle, rimanda a un’epoca in cui i nati all’inizio dei settanta erano bambini e assistevano alla vera nascita della Roma: quella che legittimava le proprie ambizioni grazie a un signore di nome Dino Viola. E, a proposito di compleanni, se proprio non ci si può mettere d’accordo, che ognuno celebri la propria data di rifermento, senza per questo accusare i sostenitori dell’altra data di millanterie.
Paulo Fonseca, dopo una serie di passaggi comunicativi rivelatisi alla fine ondivaghi, si porta al “Paolo Mazza” anche Zaniolo, il quale nel frattempo ha battezzato con parole sentimentalmente calde la nuova maglia. Piccolo inciso: perché l’allenatore è stato lasciato solo, con le sue dichiarazioni e i suoi ripensamenti?
Riposano Dzeko, Veretout e Mkhitaryan; più ancora del nome dell’avversario, conta la manutenzione del motore in vista dell’Europa League.
Diciamo che la Spal sembra programmata per farsi del male da sola; al netto di questo discorso, il comportamento della Roma è da grande squadra. In mezzo, tante cose, anche inusuali: la bella doppietta di Bruno Peres; la qualità di Carles Perez, che sa essere bello e rapido; un Pau Lopez irriconoscibile a livello di amnesie e scelte di tempo sbagliate; il ritorno dinamico di Zappacosta.
Poi, su tutto, il ritorno di Zaniolo: guarito rapidamente; disponibile al fraseggio; vicino al gol con un sinistro a pelo d’erba, poi autore di una segnatura mostruosa. Mostruosa.
Buonanotte.