Da Sabatini fino a Monchi: se il ds è senza speranza
(IL MESSAGGERO) Quello con Petrachi rischia di essere soltanto l’ultimo dei tanti addii anticipati di un direttore sportivo della Roma di Pallotta. Il più longevo è stato Sabatini , che ha preso in mano la guida di un club che stava riscrivendo un futuro. C’erano ambizioni, idee, poi pian piano tutto si è sciolto per colpa di quei centri di potere che il ds aveva denunciato, quello di Londra (con Baldini) e quello statunitense (Pallotta) e quello spagnolo (Monchi era un riferimento). Sabatini non era più un plenipotenziario, il padrone di Trigoria e ha lasciato il club dopo 5 anni (2011-2016). Poi è stato il turno di Monchi, arrivato in Italia come il Re Mida del calcio, e tornato in Spagna dopo appena due stagioni.
Via anche Massara, che ha attraversato le stagioni di Sabatini e di Monchi sempre da secondo ma che per un breve periodo è stato anche l’unico ds del club giallorosso.
Ora c’è la possibilità che dopo un solo anno se ne vada anche Petrachi. Nella Roma americana si sono alternati dirigenti di ogni tipo, ma anche giocatori e allenatori. Il problema però resta irrisolto: non si trova continuità. In genere è sempre colpevole chi se ne va. Forse dopo quasi dieci anni ci si dovrebbe interrogare su quelli che restano.