Paulo, un anno in maschera
(IL MESSAGGERO) È passato un anno da quando Paulo Fonseca ha firmato il contratto con la Roma, ma è difficile fare un bilancio di questa prima stagione caratterizzata da alti e bassi. Il suo compito iniziale è stato quello di mettere ordine in una Trigoria disorientata dalla rivoluzione voluta da Pallotta lo scorso anno. Dopo un mese di lavoro in cui il tecnico portoghese ha cercato di proporre un calcio votato all’attacco, si è resto conto che alcune strategie non si adattavano alla Serie A tanto che, alla vigilia del match contro l’Atalanta (25 settembre) ha confessato di essersi ‘italianizzato’. Poi la crisi di inizio 2020 che ha catapultato la squadra giallorossa al quinto posto, posizione che non le garantisce la qualificazione alla Champions, obiettivo vitale per la società.
C’è da dire che Fonseca ha vissuto uno dei periodi più neri della recente storia giallorossa legato agli infortuni, che in parte è riuscito a ovviare ad esempio facendo avanzare Mancini sulla mediana, quando a centrocampo mancavano contemporaneamente Diawara e Cristante. Non si può dire che l’allenatore non abbia carattere, dimostrato quando ha avuto la forza di scartare Florenzi o quando si è speso per il futuro di Smalling e Mkhitaryan, ma per essere incoronato supereroe dovrà salvare la Roma portandola in Champions.