CAGLIARI-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI
Toh, c’è anche la partita. Concentrarsi sulla Sardegna Arena, tra bollettini pregni d’allarmismo e polemiche a distanza tra dirigenti e figure istituzionali, è maledettamente difficile.
Altrettanto arduo, per Fonseca, è stato assemblare la formazione: Villar in mediana accanto a Cristante; Kalinic in luogo di Dzeko che, lo diciamo da tempo, deve quantomeno tirare il fiato.
La Roma interpreta la partita, sin dall’inizio, come la squadra più forte tecnicamente dovrebbe sempre fare: imponendo un predominio, basato sulla qualità, che prescinde dalle percentuali di possesso palla. È sopratutto merito di Olsen, reattivo tra i pali al massimo grado, se la Roma dopo venti minuti non è ancora in vantaggio. Traversa scheggiata, un Mkhitaryan fulgido tecnicamente e fluido nella corsa, Ünder ispirato.
Tutto uno si aspetterebbe, tranne il vantaggio del Cagliari: Joao Pedro smorza il pallone con la coscia; Smalling che gli è di fronte aspetta il tempo del rimbalzo; l’attaccante cagliaritano invece conclude subito con un esterno spiovente che prende in controtempo sia l’inglese che Pau Lopez, alle cui spalle il pallone spiove per l’uno a zero degli isolani.
E adesso?
Adesso pareggia subito Kalinic, di testa, da due passi, grazie a un dissennato “assist” di Luca Pellegrini.
Si sblocca, Nicola, poi firma pure il raddoppio romanista. Ancora una volta, tartine al caviale, tecnicamente parlando, distribuite da Mkhitaryan su vassoio d’argento: guadagna il fondo a destra, palla indietro, Kalinic deposita alle spalle di Olsen.
Roma autorevole, solo mezza partita, nell’imporre la propria superiorità superando all’istante l’episodio negativo.
Ammonito Under, per proteste: ancora una volta un cartellino evitabile. Attenzione.
Siccome è particolarmente indicativo il primo quarto d’ora della ripresa, per capire se chi aveva dominato nel primo tempo continuerà a dominare, allora possiamo dire che la Roma ricomincia da dove aveva lasciato, con il destro di Gonzalo Villar sempre più educato, sempre meno timido.
Conclusione mirabile di Kluivert, con l’interno destro aperto e centrato: traversa.
Merita di firmarlo lui, il terzo: lancio mirabile di Kolarov dalle retrovie, sponda di testa di Kalinic, l’olandesino va nello spazio in verticale e fa uno a tre.
Evitabile il due a tre di Pereiro, con Cristante che sbaglia l’uscita con la palla, ma il sinistro di Kolarov rimette le proporzioni nella giusta misura, anche senza ciuffo di Mkhitaryan.
Finita? No, Smalling proietta “Qua la mano” al centro dell’area. Rigore di Joao Pedro, para per la prima volta Pau Lopez in Serie A, ma il gol arriva poi di testa.
Si poteva soffrire meno? Certamente sì, ma se è stato in dubbio a volte il risultato, la superiorità della Roma mai.