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PETRACHI “Questo anno zero. Finché starò qui porterò avanti la mia idea di calcio”

Il direttore sportivo giallorosso Gianluca Petrachi ha parlato in conferenza stampa  durante la presentazione di Carles Perez, Villar e Ibanez. Queste le sue parole:

“Siamo qui per presentare questi tre ragazzi, ma prima della loro presentazione, mi premeva puntualizzare su alcuni aspetti, alcune cose che da qualche settimana escono fuori. Tenevo a fare chiarezza, quando si scrive si dicono cazzate, se non fermi l’emorragia si fanno passare le cose per vere. Alla mia prima presentazione, ho detto a tutti quanti che quest’anno per la Roma era il famoso anno zero, sono stato chiamato dalla proprietà per cercare di recuperare degli errori fatti negli anni precedenti, risolvere dei problemi che lo scorso anno e quello prima erano stati creati.

LIVE: Carles Perez, Gonzalo Villar e Roger Ibanez in conferenza stampa

LIVE: Roger Ibanez, Carles Perez e Roger Ibanez in conferenza stampaPress conference: Ibanez, Perez & Villar presentation

Pubblicato da AS Roma su Mercoledì 12 febbraio 2020

Con tanta umiltà, voglia ed entusiasmo mi sono calato nella parte, credo che in questi 6mesi sia stata fatta una grandissima mole di lavoro. Sto portando con convinzione la filosofia, il credo che la società mi aveva imposto, nel provare a trasformare qualcosa che l’anno scorso non ha funzionato. Detto ciò, la Roma ha fatto una vera e propria rivoluzione: vorrei ricordare a tuttiche la Roma ha fatto uscire 20 giocatori e ne ha presi 14. Volevo ricordare che la Roma non compra giocatori a 70 milioni, con 70 milioni ho comprato 7 giocatori. C’è bisogno che qualcuno capisca che ho chiesto pazienza e la comprensione di tutti, quando ci sono rivoluzioni qualcosa può venire bene e qualcosa meno. Su qualche media escono fuori calunnie e falsità da vigliacchi. Forse sarò una persona scomoda per tanti di voi, non faccio comunelle, non prendo caffè, non rispondo ai vostri messaggi da quest’estate e la mia schiena è sempre dritta.

Volete attaccarmi? Nessun problema, non sarò spappolato da questo percorso. Continuerò a cercare di fare il bene della Roma, finché starò qui porterò avanti la mia idea di calcio. Ci riuscirò o no non lo so, ma ce la sto mettendo tutta. Se c’è un po’ di intelligenza da parte di tutti e soprattutto buona fede, si può pensare che fino a 20-25 giorni fa si decantava una Roma importante, con un allenatore importante, che forse giocava il miglior calcio in Italia. Ora la Roma è in difficoltà; ero preparato a queste, non alle calunnie. Posso spaziare dalla Gazzetta dello Sport, al Corriere dello Sport, a Il Tempo, a tutti. Faccio degli esempi: Petrachi viene bacchettato da Dzeko perché chiede più qualità, niente di più falso. Dzeko deve fare il calciatore, ma siccome è un ragazzo molto intelligente non si sarebbe mai permesso di venire da me a dire una cosa del genere. Se deve fare una cosa lo fa all’interno dello spogliatoio, e questa era la prima cazzata. Seconda: si dice che sono stato convocato per essere messo alla prova dalla nuova società, io ho solo parlato dei programmi futuri e degli investimenti. È stata scritta una inesattezza totale, potrebbero entrare nuovi acquirenti e volevano conoscere le possibili spese future della Roma”.

“Mi hanno censurato, sembravo un killer non il direttore sportivo. Sembrava potessi essere squalificato, ci avete marciato, ma mi hanno assolto. Sono stato ripagato e sono stati smentiti i fatti. Non parlo solamente a livello cartaceo, ma anche televisivo. Sono consapevole che è un momento difficile, forse abbiamo smarrito un po’ d’umiltà. La prestazione nel derby ci ha fatto volare troppo alti, abbiamo dimostrato di poter mettere in difficoltà chiunque, senza determinazione fai fatica nel gioco di Fonseca, che si sposta molto sull’aggressione della palla. Se non fai un pressing asfissiante, così come contro la Lazio, che ha fatto la partita più brutta, non va. Abbiamo sbagliato partite contro la Sampdoria, con il Torino, con il Sassuolo e col Bologna. Deve farci riflettere. Noi lo sappiamo. Dobbiamo fare molto di più, crederci di più, mettere più cattiveria. Abbiamo investito su tanti giovani, ma i frutti vengono dopo un po’. Questa squadra gioca con 6/11 di nuovi acquisti, nessun altro lo fa. Sta a testimoniare che ci vuole del tempo: è una squadra giovane, con tanti ragazzi che si stanno conoscendo. Le difficoltà sono arrivate e dobbiamo affrontarle con lo spirito e l’umiltà che ci ha contraddistinto. Nei momenti di difficoltà siamo venuti fuori, ricordo i 10 infortunati, ci siamo rialzati. La più bella Roma è stata in quel periodo. Questo gruppo mi identifica, ha il mio stesso carattere. In questi giorni questo è venuto meno“.

“Ai nuovi ho detto dove sono arrivati. Ho chiamato Perez il giorno dopo Sassuolo, gli ho detto che Roma è una piazza passionale, sentimentale, si affeziona al giocatore che ci mette l’anima e che l’atteggiamento avuto non mi era piaciuto. Gliel’ho detto per fargli capire dove loro sono arrivati e quello che devono fare. Credo fortemente in questi tre ragazzi. Credo che possano essere il futuro della nostra Roma, io la Roma la sento mia, credo fortemente in questa squadra. Chiedo ancora oggi un filo di pazienza, credo che questa abbia dei contenuti. Abbiamo ragazzi del 1998 e del 1999, i giovani hanno alti e bassi, questa è stata una strategia. Non ho preso un giocatore da 70 milioni, ho cercato di costruire qualche cosa che porti risultati nell’arco di un triennio. Non mi spaventa l’essere messo in discussione, mi danno fastidio le cazzate, le calunnie e le cose inesatte. Un giornalista deve sapere quello che sta scrivendo. Non ho problemi a confrontarmi e a ribadire un concetto. Sono pronto, sono qui, era stato detto che mi avevano tolto la parola, che la società mi aveva proibito di uscire, perché parlo male o ho i lapsus. Sono pronto a parlare, non ho avuto né tempo né modo di parlare a chiusura del calciomercato. Tenevo a far chiarezza e spiegare i problemi che abbiamo, che stiamo cercando di affrontarli, che lo faremo insieme. È una cazzata anche parlare di problemi tra me e Fonseca, l’allenatore ha il predominio, Petrachi è fatto in questo modo, se vedo che i miei giocatori a livello di senso di appartenenza, di sana cattiveria, non fanno bene, il sottoscritto entra e dice quello che pensa, senza prevaricare. Ma io rispondo a una società e ai nostri tifosi che pagano il biglietto e meritano di vedere dalla squadra un diverso senso di appartenenza”.

Su Ibanez…
Il mio amico ed il vostro ex direttore Sabatini ha detto che gli abbiamo dato più soldi per questo è qui. Ibanez non ha avuto un contratto doppio rispetto a quello che garantiva il Bologna. Qui prende gli stessi soldi, non è una questione economica, ma una scelta. A precisazione dell’uomo: nessuno deve mettere in discussione l’uomo, che ha fatto una scelta tattica e per il suo futuro. Il tempo dirà se sarà giusta, ma non è economica.

Può chiarire cos’è successo a Reggio Emilia?
Dopo il tre a zero dopo 45 minuti mi è venuto spontaneo andare nello spogliatoio e dire che c’era da vergognarsi per una prestazione penosa. Non vedevo la stessa squadra vista contro la Lazio. Dopo ha parlato il mister ed ha preso la parola per dire quello che voleva di tattica. Dopo ho ascoltato la ramanzina del mister. Io vado sempre negli spogliatoi, sempre a contatto con la squadra e trovo legittimo che se c’è qualcosa, come essere sotto di tre gol, devo far sentire la mia voce e quella della società. C’era da vergognarsi, forse voi siete bravi ad avere degli spifferi. Io sono omertoso e sono attento agli sciacalli che fanno uscire le cose. Questo non è sano giornalismo, questo è gossip. Se uno entra in casa tua e la vicina di balcone spiffera mi girano le scatole. Non c’è alcun tipo di discrepanza, l’allenatore parla ed è il gestore del gruppo. Io ho tutto il diritto di dire quello che penso e lo farò finché sarò qui a fare il mio lavoro, questo è il mio. Può piacere meno, ma l’importante è trovare la coesione e che si lavora tutti nella stessa direzione.

Hai parlato della strategia di puntare sui giovani. Come si coniuga questa filosofia con la necessità di raggiungere il quarto posto e con gli infortuni di Diawara e Zaniolo?
Io credo che i giovani siano linfa per l’immediato e per il futuro. Le difficoltà nel mercato di gennaio sono state importanti. Lo sanno anche i muri in un cambio di proprietà crea scompensi e problematiche. Non sei padrone e libero di fare quello che vuoi. Gennaio è complicato, non è facile sostituire Diawara e Zaniolo, si è anche sfortunati, ma nessuno lo dice. L’idea del direttore sportivo è quella di prendere due giocatori giovani forti, nei quali credo molto, anziché prendere altri giocatori perché c’è un closing in atto. Se hai 100 milioni prendo Tizio e Caio, ma c’è un closing in atto. Difficoltà dettate da un passaggio di proprietà che ancora non è avvenuto. Ho spiegato ai calciatori: potrebbe succedere qualcosa, come non. Non pensate che arriva Paperon de Paperoni e compra chissà chi. Se poi ci sarà da fare dei correttivi si fanno. Il progetto è partito 6 mesi fa e non cambia con il cambio societario. Se continuerà Pallotta o meno si vedrà. Il mercato di gennaio ha avuto delle criticità che ho affrontato. Non siamo distanti anni luce dalla qualificazione in Champions. Domenica è una finale, siamo a tre punti, dobbiamo tirare fuori la sana cattiveria e sono convinto che ne usciremo anche più forti.

Lei ha parlato di inesattezze da parte dei media. Non sarebbe più opportuno stabilire una comunicazione più costante per rendere più chiaro il quadro generale?
Se devo ricevere tante telefonate non faccio figli e figliastri. Io se rispondo devo farlo a tutti. Non è semplice parlare con chiunque e dire le cose. Più sei in silenzio ed è meglio. Io preferisco star zitto, ma come oggi è successo, io sono pronto a confrontarmi, ma non mi sono mai sottratto ad una domanda o detto che non voglio rispondere. Sono sempre stato onesto e leale. Io non posso modificare. Se mi si chiede una conferenza pubblica io non mi tiro indietro: posso comunicare i pensieri e le strategie future. Se uno però mi chiede di prendere un caffè non lo faccio per il rispetto di tutti. Io non faccio mangiare nessuno dei pesci, sono leale e corretto con tutti. Questo è Petrachi.

Quali sono le calunnie scritte da Il Tempo su di lei? Non abbiamo scritto nulla di quello che ha detto e calunnie è un termine forte. Non so a cosa si riferisca…
Io non ho nominato Il Tempo…mi sarà sfuggito… Sono uno che non legge per star fuori da queste dinamiche, ho un meraviglioso servizio stampa che mi dice cose. Se ho detto Il Tempo chiedo scusa, mi è scappato e non era mia intenzione.

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