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SASSUOLO-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI

Cominciamo da una nota a margine, che marginale non è o, perlomeno, non dovrebbe essere: è la prima Roma del dopo – Florenzi. Vale la pena ricordarlo, segnalarlo, vista la maniera in cui è andato via (e probabilmente, al di là delle formule, non tornerà)? Secondo noi sì, perché al di là di tutto non si è chiusa solamente una vicenda tecnica. Sic transit gloria mundi, anche se sulla percentuale di gloria, nelle ultime stagioni di Florenzi e della Roma tutta, si potrebbe discutere. 

Sassuolo, dunque, anche se sul terreno del Mapei di Reggio Emilia. Fonseca in conferenza quando ha parlato della squadra di De Zerbi non ha usato parole e complimenti di pragmatica. Stima davvero il sistema di gioco dei neroverdi e, riflettendoci un momento, bisogna dire che è naturale: il Sassuolo è la squadra più “fonsechiana”, se consentite il neologismo; tanto possesso, costruzione dal basso, presidio a base di triangolazioni utili sia a scaricare la palla in fase di sofferenza che in fase di costruzione. 
Detto ciò, finita la premessa, cosa raccontiamo?

Un approccio alla gara che sembrerebbe positivo, sei minuti di presidio della trequarti avversaria poi…solo imbarazzo, cari lettori. Ingiustificabile, impensabile il modo in cui la Roma si consegna ai pregi del Sassuolo, senza mai, dicasi mai far leva sui difetti. In più, tre cartellini gialli: Cristante, Pellegrini, Santon; quest’ultimo, diciamolo, anche graziato da Pairetto in occasione del secondo, plateale fallo a metà campo su Locatelli. 

Tabellino impietoso, contenuti vergognosi. Possibile che a questa squadra siano bastati i complimenti per il pareggio nel derby per sentirsi appagata? Possibile, questo dice la mancanza di intensità; questo traduce l’agonismo deficitario, quasi assente. 

Nell’intervallo, si scalda Bruno Peres: fa parte dell’analisi, caro lettore. 
La ripresa è rocambolesca, innanzitutto perché il Sassuolo si presenta appagato, svagato nella gestione del pallone. La Roma ne approfitta? Non esattamente, diciamo che gli episodi la riportano in partita: Dzeko cento e rigore di Veretout; nel mentre la Roma resta in dieci, per il secondo fallo di Pellegrini (male male stasera, tra i primi a naufragare). 

Partita riaperta? La richiude l’euro gol di Boga. Che altro? Esordio di Perez, non giudicabile per le caratteristiche della gara, nel momento in cui entra. Piovono troppi cartellini, nel frattempo: segno non di agonismo crescente, ma di fibrillazione emotiva. 

Mentalità piccola, quella che ti fa snobbare certe serate e dare il massimo in altre. Non merita di lottare per una ribalta importante, un gruppo che palesa tali, altalenanti andamenti motivazionali. 

Cosa c’è da salvare? Il settore ospiti. 

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