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Un capitano in prestito: saluto triste di Florenzi

(IL TEMPO) Poco più di quattro anni fa segnava al Barcellona da centrocampo e faceva alzare tutto l’Olimpico in piedi. Adesso se ne va in prestito, come uno qualsiasi, altro che capitano, senza lasciare chissà quali rimpianti. Anzi. La storia di Alessandro Florenzi con la Roma si chiude – almeno fino a giugno – con un velo di tristezza, un senso d’ingiustizia e parecchia rabbia.

Stamattina presto parte per Valencia, va via in prestito secco senza obbligo di riscatto che gli spagnoli avrebbero voluto legare alla condizione tutt’altro che certa della qualificazione alla prossima Champions, il ragazzo e la Roma hanno deciso che è meglio così: un’esperienza di quattro mesi in Liga per rilanciarsi e arrivare in forma all’Europeo, poi si deciderà la via migliore per separarsi in estate in modo definitivo.

Difficile immaginare un futuro in giallorosso dopo uno strappo del genere. Tutto è iniziato quest’estate, quando il nuovo diesse Petrachi non appena insediato a Trigoria lo ha messo sul mercato. Non lo considera adatto a fare il terzino titolare e, per questo, ha pensato da subito a sbarazzarsi del suo ingaggio da quasi 7 milioni lordi. Ha provato a inserirlo senza successo in uno scambio con l’Inter per ottenere una plusvalenza, poi ha aspettato il giudizio di Fonseca che prima lo ha promosso e quindi bocciato, preferendogli Spinazzola e Santon. Tante panchine per Florenzi e l’addio che sembrava già certo a dicembre, salvo una nuova illusoria parentesi da protagonista iniziata solo per gli infortuni degli altri terzini.

Domenica l’ennesima bocciatura nel derby, un’ultima discussione con Fonseca e la sensazione di essere ai titoli di coda che è diventata realtà negli ultimi due giorni, quando Roma e Valencia hanno raggiunto l’accordo per il prestito. Gli spagnoli gli pagheranno lo stipendio fino a giugno e niente più, a Trigoria risparmiano circa tre milioni lordi e si augurano di poter ottenere qualcosa in più dei 12-15 milioni che il Valencia sarebbe disposto a spendere in estate se si qualificasse alla Champions. Intanto Fonseca si prepara a ritrovare Zappacosta, il cui prestito dal Chelsea si è esteso automaticamente fino al 30 giugno.

Ieri mattina l’ultimo allenamento a Trigoria di Florenzi mentre si stavano definendo i dettagli della trattativa, poi il pranzo con la squadra e i saluti. Un arrivederci al sapore di addio per un ragazzo che ha accusato il peso enorme di ereditare la fascia di capitano da Totti e De Rossi, prima amato e poi osteggiato da gran parte della tifoseria per ragioni quantomeno discutibili. «Non sono emotivamente pronto per parlare – ha detto Florenzi uscendo dagli uffici del suo agente Alessandro Lucci – ho tante cose da dire ai romanisti, lo farò a tempo debito». Il procuratore aggiunge: «È la scelta migliore per tutti, il Valencia ha un vecchio feeling con Alessandro. Della formula ne riparleremo più avanti, ora deve giocare e divertirsi. È un arrivederci». Difficile.

Intanto ieri è sbarcato a Roma Carles Perez, l’ultimo dei tre innesti baby di gennaio: il giovane attaccante esterno arriva dal Barcellona in prestito con obbligo di riscatto a 13 milioni più 2 di bonus e diritto di prelazione ai catalani in caso di cessione. Oggi verrà annunciato anche l’acquisto di Villar a 4 milioni più 1 di bonus più il 15% sulla rivendita proprio al Valencia di Florenzi. In uscita, Juan Jesus è sempre vicino alla Fiorentina, salta il passaggio di Fuzato al Vitoria Setubal perché la Roma non ha trovato un altro terzo portiere, Celar rientra dal Cittadella e va alla Cremonese, ceduto il giovane Agostinelli alla Fiorentina che gira ai giallorossi Chiossi. Tesserato il baby Ciufferri dalla Lodigiani.

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