ROMA-LAZIO. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
Premetto: mai avrei messo Santon; mai avrei tolto Kolarov; mai avrei rinunciato a Florenzi alto a sinistra, al posto di Kluivert.
Per fortuna della Roma non sono il suo allenatore, che ieri sera ha indovinato le scelte. Merito anche di Fonseca se i giallorossi giocano la miglior partita dell’anno, quattro giorni dopo la peggiore della stagione.
Si vede subito che la Roma, nonostante un giorno in meno di riposo rispetto agli avversari, ha molto da dire.
Come Džeko inizia a suggerire i movimenti lì davanti, ecco che arrivano le occasioni, potenziali e concrete. Peccato, subito dopo il vantaggio, che Ünder – migliore in campo – e Džeko stesso non riescano a chiudere la gara.
La Lazio si trova sull’1-1 non sapendo neppure lei come: Pau Lopez uscirà dal campo senza aver dovuto effettuare una parata. Il regalo che lo spagnolo concede agli avversari è, onestamente, ingiustificabile: il disturbo di Acerbi, non irregolare, non può essere un alibi al pastrocchio combinato.
I biancazzurri sono preda del pressing romanista, della facilità giallorossa di trovare Pellegrini (che iella quel palo!) tra le linee, di Spinazzola propulsivo sulla fascia, di Santon ordinato, di Cristante che cresce con i minuti: l’unico “schema” laziale è la palla lunga sulla testa di Milinkovic, nella speranza di qualche inserimento alle sue spalle.
Ma lì dietro c’è Smalling – coadiuvato da Mancini – che a Immobile e compagni concede solo le briciole, dimostrando il peso dell’esperienza in gare simili.
La svolta del match è il contatto tra Patric e Kluivert. Il fatto che l’episodio sia ampiamente interpretabile dimostra come sia gravissimo l’intervento del VAR: poiché non si trattava di chiaro ed evidente errore, Mazzoleni avrebbe dovuto lasciare all’arbitro la valutazione del contrasto.
La Roma continua comunque a non mollare di un centimetro, costringendo ancora la Lazio a difendere il fortino. Mancano, di nuovo, quei goal che avrebbero potuto dare la meritatissima vittoria ai giallorossi, suggellando la mole di gioco prodotta per tutta la partita.
È su questo fronte che si dovrebbe intervenire sul mercato, con certezze e non certo scommesse, per qualificarsi alla prossima Champions League.
Agli acquisti bisognerebbe aggiungere la voglia vista ieri in campo: è tirarla fuori col Sassuolo, il Parma, il Brescia che divide le buone dalle grandi squadre.
(Rubrica di Diego ANGELINO)