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ACCADDE OGGI… 13 gennaio: 1984. L’ultimo saluto a Fulvio BERNARDINI

40 anni fa se ne andava Fulvio Bernardini: giocatore, capitano e poi anche allenatore giallorosso che morì a 79 anni a causa di sclerosi laterale amiotrofica diagnosticatagli tre anni prima: le cause della sua morte, ossia la SLA, furono note solo vent’anni dopo, in quanto all’epoca non erano ancora state ipotizzate correlazioni dell’insorgere di tale malattia con l’attività agonistica.

Per celebrare il grande ‘Fuffo’, colui che dava ‘scola agli argentini’, pubblichiamo l’articolo uscito sulla nostra rivista nel numero 354 a firma di Alfio Russo…


IO CHE AMO SOLO TE… Citofonare Bernardini
Di Alfio Russo

Quella notte di Natale del 1905 Augusto Bernardini, che da Bassiano un tempo era salito a Roma per trovar impiego all’Ufficio pacchi valori delle Poste, e sua moglie Clorinda Cecchini, casalinga, rivolgevano con eguale intensità pensieri devoti al Bambino Gesù in processione a Santa Maria Maggiore e al pargoletto che di lì a breve avrebbe allietato la loro casa. Il piccolino si fece attendere altri tre giorni appena, rendendo indimenticabile nella casa di Via Principe Umberto 33 quel giovedì 28 dicembre, e fu chiamato Fulvio, come prima di lui senatori, consoli e ufficiali della gens romana a cui appartenevano. Per un nome così, che una festa in calendario non l’aveva, valeva la pena di rimandare l’onomastico al giorno di

Ognissanti e già che c’era il nuovo arrivato finì suo malgrado per rinviare al primo dell’anno nuovo anche la registrazione all’Anagrafe. Era vispo e intelligente il giovane Fulvio che ben presto dall’Esquilino si trasferì nel confinante Rione Monti al civico 27 di Via dei Capocci, frequentando le scuole elementari al Vittorino da Feltre e l’Istituto Tecnico Cesi in Via Cernaia. E soprattutto era talmente rapito dal gioco del calcio che già a tredici anni sgambettava all’Esquilia sul campetto dell’oratorio di Via delle Sette Sale. Impossibile immaginare che sarebbe diventato una figura così centrale nella nostra storia che proprio a lui, futuro membro d’onore della Hall of Fame giallorossa, un giorno sarebbero state consegnate le chiavi di casa Roma.

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