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RIVISTA LA ROMA – Il Personaggio: Alexander KOLAROV

A due mesi dall’inizio del campionato, l’Oscar qualità-prezzo per il miglior acquisto dell’estate 2017 è già stato assegnato ad Aleksandar Kolarov. Goal, assist e una personalità capace di renderlo fin da subito un vero e proprio condottiero. Nella nuova Roma di Eusebio Di Francesco è lui il protagonista di questa prima parte di stagione.

La prima estate di Monchi è partita da dove aveva fallito il suo predecessore: dotare la squadra di una coppia di terzini all’altezza che, per diversi motivi, è sempre mancata alla Roma dall’avvento della nuova gestione americana. Dopo il fulmineo arrivo di Karsdorp il DS si è dedicato alla ricerca di un mancino che potesse sopperire all’assenza per infortunio di Emerson e alla partenza di Mario Rui, tornato alla corte di Sarri dopo un anno da degente a Trigoria.

Proprio il portoghese era stato l’ultimo di una lunga schiera di tornanti che si sono alternati senza successo sulla corsia sinistra. Digne, José Ángel, Dodô, Balzaretti, Cole, Holebas; questi i nomi, in ordine sparso, delle tante meteore in un ruolo che, prima dell’esplosione di Emerson Palmieri, mancava di un vero titolare dai tempi di Riise. E così, dopo essere stato molte volte accostato alla società di Trigoria, è sbarcato nella capitale Aleksandar Kolarov.

Il suo nome all’inizio non ha scaldato i cuori dei tifosi ma di certo ha fatto vibrare quello di Di Francesco, consapevole fin da subito di come il serbo rappresentasse, parafrasando un famoso spot, non un sogno ma una solida realtà. Una trattativa lampo, segno di quanto forte fosse la volontà delle parti, che ha consentito ai giallorossi di assicurarsi il suo cartellino alla irrisoria cifra di 5 milioni di euro. Circa quattro in meno di quanto costato al Napoli Mário Rui, un vero capolavoro. Una volontà per nulla intaccata dalle perplessità sollevate da qualcuno per il suo passato laziale, sul quale si è espresso senza esitazioni: «La Lazio è stata una bella esperienza, ma da oggi è una rivale sul campo – le sue prime parole nella conferenza di presentazione –.

Darò il 100% per vincere ogni partita e provare a conquistare qualche trofeo». Un’attitudine, quella alla vittoria, coltivata nei sette anni inglesi con il Manchester City, dove è stato protagonista assoluto contando 247 presenze, 21 gol e 37 assist, vincendo per due volte la Premier League (2012 e 2014) una FA Cup e due Coppe di Lega.

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