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Roma, pari di maturità

(IL MESSAGGERO) La Roma, anche se incompleta nella notte più complicata, recita da big San Siro davanti a Totti e pareggia (0-0) contro l’Inter che, leader della serie A, rallenta ancora in casa, lasciando altri 2 punti preziosi, dopo quelli persi contro la Juve (3) e il Parma (2), nella corsa scudetto. E fa cilecca, dopo aver sempre segnato nei precedenti 19 match stagionali (40 reti, Champions compresa). I giallorossi sfruttano, invece l’anticipo per restare al 4° posto e in zona Champions, confermando di avere personalità e qualità. 

CORO INTONATO Piace, insomma, la Roma mai vista, inedita proprio nella sfida contro la capolista. Fonseca, penalizzato di nuovo dalla rosa decimata dagli infortuni, ha dovuto cambiare la formazione negli interpreti e nelle posizioni, schierando in porta Mirante, con Pau Lopez in tribuna (risentimento muscolare), e da falso nove Zaniolo, con Dzeko inizialmente in panchina (debilitato dall’attacco influenzale). Da esterni offensivi ritrovano il posto Mikhitaryan a destra e Perotti a sinistra. In partenza, il terzino destro è ancora Santon che però si arrende presto: flessore coscia sinistra (24° ko stagionale). Tocca a Spinazzola. Eppure il 4-2-3-1 giallorosso non risente nè delle assenze nè delle modifiche. E’ dinamico e propositivo. E in grado di gestire il match, alzando il baricentro nella metà campo il match. Magari manca di efficacia per l’assenza del centravanti di ruolo. Ma il possesso palla (57%) aiuta a evitare i rischi. Diawara è lucido e preciso, quindi di riferimento.

QUALCHE AMNESIA Di Zaniolo, girata di sinistro, l’unica conclusione del 1° tempo nello specchio della porta: Handanovic blocca a fatica. Lukaku è pericoloso solo su appoggio di Veretout: Mirante respinge. L’Inter attende con il suo 3-5-2. Il regista è Brozovic, aiutato da Borja Valero e Vecino. E limitato da Pellegrini, a San Siro da capitano. Ma Conte paga le assenze a centrocampo e perde l’aggressività garantita di solito da Barella e Sensi. Biraghi a sinistra spesso scivola dietro a fare il quarto difensore, Candreva non decolla e si fa male nel recupero, dentro Lazaro. Le chance nerazzurre scaturiscono dalle disattenzioni della Roma, più timida prima dell’intervallo e comunque frenata nel contropiede a campo spalancato dallo scontro tra de Vrij e Calvarese: arbitro steso a terra e gioco interrotto. Dopo la gaffe di Veretout, perde palla Perotti. Nessuno ne approfitta. Poi Mirante appoggia a Lukaku al limite dell’area, ma Brozovic non sfrutta l’errore e calcia alto.

ALTO PROFILO Vecino spaventa i giallorossi all’inizio del 2° tempo: nuovo volo di Mirante. Girata ancora di Zaniolo, sotto lo sguardo del ct Mancini e su sponda di Kolarov: Vecino fa muro. Mancini e Smalling si alleano contro Lukaku e Lautaro, coppia da 24 gol (Serie A e Champions). I nerazzurri, prima di incontrare la difesa di Fonseca almeno 2 gol a match nelle ultime 10 partite, sparano insomma a salve. A metà ripresa, spazio a Dzeko, fuori Perotti. E’ tardi, però. Zaniolo torna a destra e Mkhitaryan si sposta a sinistra. I giallorossi avanzano e palleggiano. Sicuri. Dietro Spinazzola non si distrae e chiude Lautaro sul più bello: la palla gli rimbalza sul braccio, ma Calvarese fa giocare. Entra pure Florenzi per Mkhitaryan. L’Inter, con Asamoah e d’Ambrosio, è sterile pure nell’assedio finale. E resta a digiuno a San Siro contro i giallorossi: la vittoria manca dall’ottobre del 2015.

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