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Roma, il magnifico rientro

(IL MESSAGGERO) Il «Magnifico» è pronto a tornare. Lorenzo Pellegrini è prossimo a riprendersi la Roma. Il fastidioso infortunio al quinto metatarso del piede destro che lo ha costretto per 40 giorni ai box, è ormai dimenticato. Giovedì, in anticipo sulla tabella di marcia, il centrocampista è tornato ad allenarsi in gruppo. La prima prognosi, nel momento (6 ottobre) in cui era stato effettuato l’intervento chirurgico, era di due mesi. Calendario alla mano, il nazionale azzurro sarebbe dovuto dunque tornare nel weekend di Inter-Roma. Lorenzo ha invece anticipato i tempi e già domenica sarà disponibile. L’ultimo step medico verrà effettuato venerdì o sabato, proprio a ridosso della gara con il Brescia. Tuttavia le migliori risposte, al momento, le sta ricevendo dal campo. Nelle sedute svolte insieme al gruppo, non ha avvertito problemi. Né nella corsa, tantomeno quando ha calciato il pallone.

L’UOMO IN PIÙ – Il suo rientro regala tre opzioni in più a Fonseca. Pellegrini, infatti, grazie alla sua duttilità può ricoprire il ruolo di mediano (anche nel 4-1-4-1 davanti alla difesa), quello del centrocampista di costruzione e, come dimostrato prima dell’infortunio, quello del trequartista. Tre assist e un palo contro il Sassuolo, altro assist vincente per il gol-vittoria di Dzeko in pieno recupero a Bologna. Il tutto, giocando con una fascite plantare molto fastidiosa che ora, con lo stop forzato, è venuta meno. Pellegrini ha una dote poco comune in giro: fa sembrare facili le cose difficili. Una caratteristica che in molti pensano dipenda dalla nuova posizione in campo che gli ha regalato il tecnico portoghese. In realtà Pellegrini, pur non ricevendone grande pubblicità mediatica, è sempre stato fondamentale nel gioco della Roma. Lo scorso gennaio, ad esempio, secondo i dati Opta era tra i top 10 in Europa per media di occasioni create a partita con 3,54 di media. Una peculiarità che s’è portato dietro anche in questa stagione: dopo Callejon, è il calciatore che può godere del più alto numero di passaggi chiave realizzati in Serie A: addirittura 21 (3,5 di media). Numeri che confermano una tendenza: c’è una Roma con Lorenzo e una senza. Con lui in campo i giallorossi in 7 partite (una da subentrato sul 2-0 contro il Basaksehir) hanno segnato 13 reti (1,85 a partita). Senza il centrocampista, Dzeko e compagni sono andati in rete 12 volte in 9 gare (1,33). Ma non finisce qui. Perché Pellegrini in campionato viaggiava, prima dell’infortunio, alla lusinghiera (considerando che giostrava da trequartista) percentuale di 81,2 per quanto riguarda i passaggi riusciti, 52% per i lanci lunghi, 11 cross su azione e 4 assist. Senza contare che il suo modo di stare in campo rendeva la Roma più intraprendente: dalla lettura delle situazioni all’aggressione dello spazio, non dimenticando la verticalizzazione per il compagno smarcato che diventava poi la più logica delle conseguenze. Ha approfittato dell’ultimo weekend concesso di riposo (la ripresa è fissata nel pomeriggio) per battezzare la piccola Camilla, nata appena tre mesi fa. Una serenità, quella che respira in famiglia, che si vede anche in campo. Col Brescia ritroverà la Roma, il primo passo per tornare in Nazionale. Curioso come anche sul suo impiego in campo (dopo Florenzi e Zaniolo) Fonseca e Mancini la vedano in modo diverso. Per Paulo, il giallorosso è perlopiù un trequartista nel 4-2-3-1, capace anche di arretrare il raggio d’azione. Il ct della Nazionale, invece, sorprendendo tutti (forse in primis anche lo stesso Lorenzo) l’ultima volta in Armenia lo ha impiegato come esterno alto nel 4-3-3. Una scelta felice visto che Pellegrini, sedici minuti dopo aver sostituito Chiesa, ha segnato il gol che ha chiuso virtualmente l’incontro. Pillola finale sul contratto (scade nel 2022 e continua a mantenere una clausola rescissoria di 30 milioni). La Roma (per ora) non chiama. Lorenzo non se ne preoccupa, gioca e acquisisce consensi. Del resto il tempo non fa altro che giocare a suo favore.

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