LECCE-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI
Sole, caldo e residui di Roma – Atalanta. I giallorossi a Lecce, contro i rossogialli, scendono in campo così.
Se ci fossimo aspettati che gli uomini di Fonseca entrassero in campo per indirizzare subito la partita, dopo un terzo di gara saremmo già rimasti delusi: tra due portieri sostanzialmente turisti, Gabriel del Lecce è il più turista dei due.
Dopo la stessa mezz’ora di cui sopra, la Roma si ritrova con Pellegrini e Mkhitaryan già ammonito: una spintarellina ina ina per l’azzurro e un qualcosina detto a mezza bocca dall’armeno. Sembra una battuta ma non lo è: tra l’arbitro di oggi e un direttore di gara equilibrato c’è un…Abisso.
Nella parte finale del primo tempo la Roma certamente si prende il presidio assoluto o quasi nella metà campo salentina; detto questo, di conclusioni verso la porta dei leccesi ancora non se ne contano. Anzi, al minuto 39, dal lato di Kolarov, nasce una pericolosa sortita leccese.
Kolarov e compagni, questo dicono le percentuali, possono alla fine vantare un possesso palla dalle proporzioni importanti, ma con due postille: manca sistematicante l’appuntamento a centro area, da parte di Dzeko e degli altri; il pubblico del “Via del mare” non sussulta mai per la paura, mai. Nemmeno per il timore reverenziale, in verità.
Immaginiamo un Fonseca contrariato, nell’intervallo.
Si ricomincia dall’incespicare di Kluivert sulla propria occasione a centro area. Fioriscono occasioni romaniste, da un tiro alto di Diawara e da un’occasione di Mkhitaryan in diagonale. Segni di vita, ma non di reale efficacia sotto porta. Occorrerebbe più sciabola, meno fioretto. Occorre anche Zaniolo, a questo punto.
E il vantaggio della Roma? Crossa Mkhitaryan, colpisce di testa Dzeko, in modo non perentorio, segna…Gabriel, perché l’estremo difensore dei salentini (non) ci mette molto di suo.
Nel frattempo, Smalling becca – per un intervento con piede a martello – il terzo cartellino romanista di giornata. Son sempre di più, son sempre troppi.
Inizia una nuova partita? Presto per dirlo, sicuramente il Lecce deve tentare sortite, con tutto ciò che consegue in termini di spazi per Kluivert (lezioso) e compagni.
Minuto 71: fuori Pellegrini, dolorante per la fascite plantare, dentro Zaniolo: per dare respiro, per i suoi proverbiali strappi e perché si sta vedendo troppo Lecce nella metà campo romanista.
Al minuto 77 arriva anche Spinazzola in luogo di un Florenzi oggi tatticamente “cucitore” tra le linee.Roma che potrebbe raddoppio su calcio di rigore, concesso per un fallo di mani nitido di Calderoni su una conclusione violenta di Dzeko. Raro esempio di rigore parato: angolatissimo il rasoterra di Kolarov, Gabriel è un veggente felino nel battezzare l’angolo.
Mkhitaryan si ferma, toccandosi l’interno coscia: dentro Cristante, in questi ultimi minuti non sulla mediana ma più in versione “atalantina”. Manca il colpo del ko: evanescente Kluivert in più di un’occasione al momento della battuta; voglia di strafare per Zaniolo al termine di una gran percussione.
Forse è stata una colpa aver tenuto vivo il Lecce fino alla fine, ma i tre punti arrivano. Ammucchia Gasperi’.