BOLOGNA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – In 10; con un rigore inesistente fischiato contro e con almeno uno non concesso a favore (mano di Denswill); al 93’: cosa chiedere di più per una vittoria?
Quello di Bologna era un esame importante: superato brillantemente per risultato e voglia di vincere anche in inferiorità numerica; da sostenere di nuovo per ciò che concerne invece i 38’ che passano dall’1-1 all’1-2.
Primo tempo di studio: Bologna tonico e attento a non lasciare spazi a una Roma che vede un Kluivert, preferito ancora a Zaniolo, evanescente e Mkhitaryan meno brillante di una settimana fa (seppure migliore di alcune pagelle viste in giro).
Ripresa che si apre con il sinistro su punizione di Kolarov: alzi la mano chi non era (quasi) certo che, da quella posizione, il serbo ci avrebbe regalato una gioia.
Pochi minuti ed ecco il regalo di Pairetto Luca, figlio di Pierluigi, protagonista sportivamente condannato e penalmente prescritto di Calciopoli. Il fratello Alberto è “Event Manager” della Juventus…
Dal pareggio subìto la Roma va in difficoltà: si allunga, rischia di prendere il 2-1, evitato da un riflesso importante di Pau Lopez, inanella cartellini gialli fino al rosso di Mancini, ingenuo e acerbo in entrambe le occasioni in cui viene punito.
Un plauso a Juan Jesus per la velocità con cui batte la punizione che porterà al goal, dopo la pessima prova con il Genoa e la sbracciata rischiosa nella prima di Europa League di pochi giorni fa.
Veretout, autore di una prestazione sufficiente fino al 93’, fa uno strappo che esalta le qualità del suo gioco: una mezzala che s’inserisce. Poi rifinisce Pellegrini, di cui continuerò a non parlare.
Letale Džeko. nel suo colpo di testa; piacevole l’esultanza di giocatori, panchina e tifosi uniti. Non c’è tempo per gioire: mercoledì, con l’Atalanta, altra gara tosta e che si preannuncia spettacolare. Alla ricerca del risultato e di passi avanti ulteriori e necessari a livello di squadra.