FLORENZI “In casa ci sentiamo a nostro agio, ma l’obiettivo è fare bene ovunque siamo”
Insieme al Mister Fonseca, alla vigilia di Europa League contro l’Istanbul Basaksehir, ha parlato il capitano Alessandro Florenzi. Queste le sue parole:
Quarta sfida in casa, importante per una squadra in crescita?
Giocare in casa ha un altro sapore, ma dobbiamo essere noi stessi in casa e fuori, giocare il nostro calcio qualsiasi sia l’avversario e il campo in cui giochiamo. In casa ci sentiamo a nostro agio, ma l’obiettivo è fare bene ovunque siamo.
Sentite la responsabilità, voi e Pellegrini, di essere gli unici romani e romanisti dopo l’addio di De Rossi
Lo sentiamo assolutamente, ma penso di parlare per entrambi: abbiamo un grande senso di appartenenza verso la società e siamo fieri di vestire la maglia della Roma. La responsabilità c’è e ce la prendiamo, vogliamo far bene e far capire ai nostri compagni cos’è Roma e la Roma
Da terzino si sente più sicuro ora che Fonseca chiede a uno solo dei terzini di spingere?
Ci saranno partite in cui il mister chiederà di spingere ad entrambi, ogni partita va analizzata nei dettagli. Nel caso del Sassuolo ha ritenuto opportuno che spingesse solo un terzino, lasciando a me l’impostazione da dietro. Penso seriamente che domenica potevamo giocare con ogni sistema di gioco, ho visto una squadra vera, umile, pronta a battagliare per il compagno, non a parole ma con i fatti. Mi viene in mente la corsa di Justin (Kluivert) con il fallo su Berardi. Con questo piglio in tutte le partite ci sarà da divertirsi. Non dobbiamo fare l’errore che alle volte si è commesso a Roma: appagarsi. E’ il più grande errore che possiamo fare, da capitano devo evitarlo. E’ uno dei miei obiettivi, poi è ovvio, giocando bene verrà tutto più facile e saremo tutti felici.
Come mai in questi anni spesso la Roma è mancata dal punto di vista del ‘mutuo soccorso’ tra giocatori ed è caduta nel vizio dell’appagamento?
Ci sono passato e l’ho vissuto, molte volte… Secondo me parte tutto dalla mentalità. Te la può dare il giocatore, l’allenatore, la società stessa… Ci sono passato e potevo fare di più per evitarlo, ma ora è il passato. Pensiamo al presente e a cercare di fare cose giuste e lineari. Non dobbiamo inventarci nulla, solo correre di più per il compagno, cosa che in queste prime partite ho intravisto.
Quanto tornerà Zappacosta è pronto a giocare come esterno d’attacco o ha preso coscienza che il suo ruolo è quello di terzino?
Attenzione se non si fa male Pau Lopez, nel suo ruolo sono molto abile, nonostante l’altezza (ride, ndr). Sono focalizzato sulla Roma, quando il mister lo chiederà sarò pronto, non fa differenza per il ruolo.
Il punto di vista della squadra sugli infortuni? Vuole mandare un messaggio a Bouah?
Non penso che solo la Roma abbia avuto degli infortunati, vero? Ci siamo su questo? Ci sono tanti fattori, esprimo la mia idea e quello che sa anche la società, ciò che mi ha chiesto. Possono essere le tante partite, lo stress, le sollecitazioni dei campi, per i quali hanno preso provvedimenti, hanno speso tanto perché evidentemente pensavano che anche questo potevano influire sugli infortuni, che l’anno scorso sono stati evidentemente troppo. Qualcosa è stato sbagliato, cerchiamo di ridurre questa ‘moda’, ma non c’è solo un indizio per fare una prova. Detto questo per Bouah, se non mi faceva la domanda ne avrei parlato alla fine. Ho sentito anche Tumminello, che avuto lo stesso problema, per Bouah è diverso perché fa il mio stesso ruolo e ha avuto la mia stessa storia. Deve essere forte mentalmente, non è facile, ve l’assicuro. Si deve circondare di persone giuste, che gli vogliono bene, che se gli dicono di fermarsi significa che hanno visto qualcosa, ci sono persone più preparati di noi per questo. E’ successo anche me, magari per la voglia di rientrare potrei aver potuto lasciar per strada qualcosa. Ma alla fine della salita il panorama è bellissimo. Ma se ce l’ho fatta io con questo fisico, lui può farcela anche con la pipa in bocca… (ride, ndr)
Cosa pensa di poter dare di più da capitano rispetto a Totti e De Rossi?
Prima avevo degli esempi davanti a me, che sono stati grandissimi. Se avessi dovuto sceglierli, avrei scelto loro, hanno messo la Roma al primo posto. Voglio dare l’esempio in campo, devono vedermi come un esempio prima di tutto di lealtà e di umiltà. Ma l’umiltà giusta per entrare in campo, dirsi “mi ritengo più forte, ma se non sono cattivo e determinato quanto te alla fine vincerai te, non io”. Non dobbiamo mollare mai, nemmeno dopo un 4-0. Se al 90′ stiamo perdendo (speriamo non succeda), non si molla finché non fischia l’arbitro. Non c’è cosa più bella di uscire dal campo a testa alta. E se dai il massimo lo percepiscono tutti. Se il mister vede gente che suda e lotta per 90′ può perdere una battaglia, non la guerra. Spero di poter dare questo esempio ai giovani.
Petrachi ha detto di aver trovato disgregazione al suo arrivo, Pellegrini ha detto che avete riscoperto anche il piacere di pranzare insieme: cosa non ha funzionato l’anno scorso e che aria si respira a Trigoria.
Si respira un’aria diversa, stiamo lavorando per farci togliere un pranzo dal mister per trascorrere tempo con i familiari… Ma stiamo creando un gruppo, sinceramente non voglio più parlare dell’anno scorso ma di questa stagione, possiamo toglierci soddisfazioni ma passa tutto dal lavoro, senza fare proclami sul futuro.