Roma, Fonseca: un tecnico bifronte
(IL MESSAGGERO.IT, Ferretti) Delle due, l’una: Paulo Fonseca è un pavido oppure è uno scriteriato. Non può essere l’uno e l’altro. Il tecnico portoghese non può essere accusato di essere stato troppo conservativo, di non aver rischiato il giusto contro la Lazio dopo esser stato etichettato come uno scellerato per l’atteggiamento costantemente arrembante della Roma contro il Genoa. Eppure nei social bar dello sport, l’allenatore non trova unanimità di consensi: o è troppo pauroso oppure è troppo coraggioso. La verità, si sa, sta sempre nel mezzo. E non può essere un difetto capire quando non esagerare, come accaduto nella fase finale del derby. Una gara che la Roma doveva prima non perdere e poi tentare di vincere, per strette ragioni di classifica e di serenità ambientale.
Fonseca, in attesa che la rosa oggi venga definita, sta studiando la Roma e, per questo, non ha ancora raggiunto la quadratura del cerchio. Non può essere, però, che una volta viene descritto come il fan più sfegatato di Zeman e la volta successiva come l’erede naturale di Nereo Rocco. Il saper modulare la propria squadra a secondo delle esigenze e dello scorrimento della partita solitamente è un pregio, eppure da queste parti tutto o è bianco o nero. Il grigio non c’è mai. E paradossalmente, la Roma si ritrova con due soli punti in classifica più per gli errori commessi contro il Genoa che per quelli confezionati durante il derby contro la Lazio. Cioè per aver toppato più la partita con il piede pigiato sull’acceleratore contro Aurelio Andreazzoli che quella con il freno a mano mezzo tirato contro Simone Inzaghi.
(fonte: ILMESSAGGERO.IT)