Roma: lista d’attesa per il mal di pancia
(IL MESSAGGERO, Carina) Italiano (o meglio, che alleni in serie A), dotato di una forte personalità e capace (anche) di lavorare con i giovani. È questo l’identikit sul quale si sta muovendo la Roma. Che poi, a pensarci bene, non si discosta (pur a diversi livelli) dai profili per i quali ha ricevuto due no di fila: Conte e Gasperini. Paradossalmente il voltafaccia del tecnico piemontese è stata una doccia fredda ben più gelata di quella di Conte.
Questo perché a Trigoria (e a Lecce, dove si trova Petrachi) si era certi del suo arrivo. Un brutto colpo che ha moltiplicato domande e riflessioni all’esterno sul fascino che il club giallorosso ha perso nell’ultimo periodo e disorientato all’interno la dirigenza che ha quindi deciso di prendersi una pausa di riflessione. Utile tra l’altro per capire quale sarà il futuro di Sarri, da sempre il primo nome fatto da Baldini a Pallotta.
SCALA LA CLASSIFICA – I famosi centri di potere chiamati in causa da Sabatini qualche anno fa, hanno idee diverse. Non per questo motivo inconciliabili. Baldini, oltre a Sarri, è sempre stato convinto delle qualità di Giampaolo. Dipendesse da lui, toccherebbe al tecnico della Sampdoria (ora finito in orbita Milan) sedere sulla panchina della Roma. La pensa in modo diverso Petrachi. Che pur apprezzandone la metodologia di lavoro, nutre perplessità sul carattere. Dubbi che il ds non ha su De Zerbi e Mihajlovic. Il serbo avrebbe le physique du role ma il suo passato laziale suonerebbe come l’ennesima provocazione alla tifoseria, sempre di più sul piede di guerra.
Rimane quindi De Zerbi, divenuto nelle ultime ore il candidato forte di Petrachi. Il tecnico del Sassuolo (che ieri, pur «non avendo sentito nessuno», ha fatto sapere «di dover parlare con il patron Squinzi») ha le caratteristiche che si addicono al futuro tecnico: carattere forte, bravo con i giovani, capace di esprimere un gioco offensivo. Le remore sul suo conto, espresse anche da Baldini, sono legate a come potrebbe gestire una piazza come Roma in un momento di difficoltà. Baldini, però, pur avendo manifestato le sue perplessità, non intende forzare la mano. L’ultima parola deve averla Petrachi. Il motivo è semplice: il nuovo ds non può essere depotenziato agli occhi della piazza già prima della sua ufficializzazione.
VERTICE SERALE – Nel vertice andato in scena ieri nella sede dell’Eur (presente anche Totti) è stato fatto anche il nome di Gattuso(che piace all’ala italiana del club), ormai sul mercato. Nelle ultime ore, il tecnico è stato però avvicinato dalla Fiorentina, prossima al cambio di proprietà, che vorrebbe offrire il ruolo di ds a Mirabelli che ha in Rino la prima scelta. Prima, però, il tecnico vuole capire il progetto dell’imprenditore Commisso. Per questo non scarta l’idea originaria, ossia un’avventura all’estero (Liga o Premier). Chi lo vuole, deve fargli cambiare idea. In fretta.
La Roma lo contattò a gennaio – quando la posizione di Di Francesco era già fortemente in bilico – ma poi non s’è fatta più sentire. Non è escluso possa farlo nelle prossime ore. In questo contesto, scivolano inevitabilmente in secondo piano le alternative estere. Offerti nelle settimane scorse Benitez e Blanc che però non convincono chi deve decidere. Ieri è circolato il nome di Bordalas, quinto con il Getafe nell’ultima stagione. Un profilo che trova d’accordo Petrachi e Baldini sarebbe quello di Fonseca (Shakhtar). La pista italiana rimane la priorità. Ma con la Roma mai dire mai. E nel caso a Trigoria cambiassero idea il portoghese potrebbe rivelarsi la carta a sorpresa da giocarsi in extremis.