Stadio, il piano B della Roma ora punta a Fiumicino
(LA REPUBBLICA, Casalini) Un sopralluogo in mezzo ai campi, un gruppetto di imprenditori, manager e progettisti dalle parti della Fiera di Roma, verso Fiumicino. Poco distanti le auto che sfrecciano verso l’aeroporto, più già lo shopping del Parco Leonardo. Loro con cartelline piene di documenti e mappe stese per accertare ampiezze e valutare confini.
Si è già su aree ricadenti sul comune di Fiumicino, ma lì si guardano anche ad altre cose, ad esempio che le infrastrutture di collegamento ci sono già, che l’autostrada e la ferrovia sono già ben rodate e in funzione e che insomma, come piano B per un’eventuale crisi totale del progetto del nuovo stadio della Roma a Tor di Valle, da quelle parti spazio e convenienze percostruire il nuovo stadio ci sarebbero tutte.
Nei giorni scorsi emissari della As Romasono andati a fare una “scampagnata” molto interessata su terreni di proprietà del costruttore Leonardo Caltagirone lungo la Roma-Fiumicino. Aree già edificabili, già dotate di collegamenti viari e anche in ferro, sia i treni per Roma che quelli da Orte e tutte ricadenti sul comune di Fiumicino. Fratello di Francesco Gaetano, ma più defilato, il costruttore avrebbe offerto i suoi terreni per sciogliere dall’impasse, meglio dire l’intricatissima matassa, dell’area dove realizzare l’impianto giallorosso che tanti ostacoli, arresti, inchieste, frenate e consulenti piemontesi, ha incontrano lungo la sua accidentata via.
Le aree passate al setaccio sono appena dopo le ultime case di Ponte Galeria, nei terreni compresi tra l’autostrada per l’aeroporto e il Tevere. Più in là c’è il Parco Leonardo (Caltagirone, appunto), non distante il Cie, centro per gli immigrati di Ponte Galeria. E poi il Tevere. Aree edificabili fin dal piano regolatore del ’62, per insediamenti industriali e produttivi. Quegli stessi terreni che Caltagirone jr affidò all’allora archistar catalana Ricardo Bofill per realizzare un masterplan di sviluppo che però finì una bolla di sapone.
Esattamente due mesi fa James Pallotta rilasciò dichiarazioni assai ottimiste: «Tra tre anni giocheremo a Tor di Valle», ma da allora è successo solo che il municipio romano dovrebbe sorgere, l’IX, ha votato contro l’opera, ha bocciato il suo pubblico interesse. Qui invece si cambierebbe sindaco e amministrazione, l’iter dipenderebbe dalla giunta e dal primo cittadino di Fiumicino, uomo di lunga esperienza amministrativa, già assessore capitolino, il dem Esterino Montino. Per un possibile via libera è indispensabile il suo sostegno deciso e fattivo. E qualche tecnico azzarda anche previsioni: se l’affare si chiudesse, in due mesi si potrebbero aprire cantieri.