JUVENTUS-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Può contare tanto o poco, ma il boato dell’Olimpico dopo i goal dimostra come, almeno per i tifosi della Roma, questa partita rappresenti sempre una crociata.
Una gara che i giallorossi non hanno ben interpretato, con un primo tempo contraddistinto da tante, troppe difficoltà, chiusosi sullo 0-0 solo perché Mirante è stato bravo e fortunato.
Ribadendo la necessità assoluta di acquistare un numero 1 per la prossima stagione, rimane il rammarico di non aver anticipato l’inserimento dell’ex portiere di Parma e Bologna tra i titolari, anche solo da Roma-Napoli.
Ci vogliono 66’ per vedere, a proposito di portieri, Szczesny sporcarsi i guanti per alzare sulla traversa una conclusione di El Shaarawy, tra i più continui e attivi della Roma. Questo dà un po’ il metro del match dei padroni di casa, che riescono a sfruttare la verve, prima volta nel 2019, di Ünder, entrato finalmente bene in partita.
Mi stupisco di chi si stupisce di Ronaldo, spesso e volentieri arrogante negli atteggiamenti. Per il portoghese, comunque, vale la sentenza di Fabio Capello: lui è un fuoriclasse; Messi, un genio del calcio.
Sono felice, anzi di più, per Florenzi: è uno che alla Roma ha dato due volte il crociato e, sebbene non sia un terzino, non ha mai lesinato impegno e voglia. La definizione di 30 denari, affibbiatagli la scorsa estate, è quanto di più ingiusto potesse esserci.
La prestazione di Džeko ha lasciato, fino ai minuti finali quando è diventato protagonista, molte perplessità. Abulico, distratto, quasi fuori dalla partita: è sembrato un giocatore già lontano da Roma. Sarebbe un peccato assoluto lasciarlo partire, magari permettendogli pure di indossare la maglia di una diretta concorrente.
Calendario alla mano i giallorossi, a meno di enormi sorprese, paiono destinati al 6° posto che può valere – a seconda che a vincere la Coppa Italia sia la Lazio o l’Atalanta – i preliminari di Europa League o l’accesso diretto alla stessa (se i bergamaschi trionfano mercoledì e giungono anche quarti).
Un dato solo, a oggi, è certo: qualora i Lupi vincessero le ultime due stagionali, Ranieri, in 12 partite, avrebbe eguagliato i punti ottenuti da di Di Francesco nelle 12 precedenti. A ognuno le proprie considerazioni.