SAMPDORIA-ROMA. A PRIMA VISTA… di Paolo MARCACCI
Il Milan, come prevedibile, si è fermato contro la Juventus, al di là di come il risultato allo Stadium sia maturato e in questo senso ci sarebbe molto da discutere.
La serata ci impone di non perdere tempo in considerazioni esterne alla questione contingente della partita; troppe volte ci hanno detto che questo campionato stava aspettando la Roma e mai quest’ultima è riuscita a prendere il treno della classifica. Anzi, non dovremmo nominare nemmeno la classifica, quantomeno per ragioni scaramantiche.
Cè Schick, laddove si è meritato gli aggettivi migliori: è ormai pochissimo, quasi nullo, il tempo residuo per stabilire se e quanto fossero meritati, almeno un poco. Visto anche il suo costo.
Intensità blucerchiata, com’era prevedibile, Roma apparentemente compatta e corta, ma subito uno squillo di Quagliarella, su un pallone che dal settore destro taglia fuori l’intera retroguardia, fa capire quanto lucide siano le intenzioni doriane. Persino troppo ben coordinato nell’occasione il momentaneo capocannoniere della Serie A.
Passano i minuti e la Roma comincia a imbrigliare, come può, gli uomini di Giampaolo; si alza il baricentro della Roma, la Samp comincia a mostrarsi meno arrembante. Ci sarebbe anche da citare una conclusione, dalla pericolosità non rilevante, di Kluivert verso la porta di Audero.
Trascorrono altri minuti e quella resta l’unica palla romanista recapitata verso lo specchio della porta doriana. Allo scoccare del primo terzo di gara, un po’ mestamente si contabilizza quella come unica conclusione in porta della Roma. Non pervenuto, nei primi trenta minuti, Patrik Schick. Questo è.
Si apprezza, nella seconda parte del primo tempo, la lucidità di Daniele De Rossi in fase di appoggio, quasi di regia ci verrebbe da dire. Auguriamoci per lui il massimo dell’autonomia possibile.
Finisce sul tabellino della gara Schick per un’ammonizione oggettivamente non meritata, in seguito alla quale, però, lui nemmeno si arrabbia.
Un altro cartellino, di fronte al quale Ranieri allarga le braccia, se lo becca Kolarov.
Quanta Roma abbiamo visto finora? Pesa, nella pur stiracchiata sufficienza complessiva che le attribuiamo, il confronto con varie uscite precedenti.
Il primo guizzo del secondo tempo è un colpo di testa proprio di Schick, a un nulla dal palo alla destra di Audero, che nulla avrebbe potuto farci. Subito dopo, Karsdorp alza bandiera bianca, toccandosi la parte posteriore del ginocchio destro. Fiato sospeso, ancora una volta, mentre la lista infinita degli infortuni continua ad allungarsi. Un giorno capiremo cause e colpe, anche se non servirà più a raddrizzare la stagione. Dentro Juan Jesus, con relativa perdita di spinta sul lato destro.
Dzeko per Pellegrini, El Shaarawy per Kluivert, in sequenza.
Minuto 75, angolo di Kolarov da sinistra: parabola perfetta, arcuata a rientrare, recapitata sulla fronte di Schick che gira alla perfezione verso la porta di Audero. Sottomisura, partendo da posizione regolare, Daniele De Rossi scrive lo zero a uno in un fremito d’incredulità, oltre che di rete.
Non ce lo si aspettava, ma nel secondo tempo è stato più fluido il palleggio romanista, involuta e poco lucida la manovra della Sampdoria: ci piace pensare che siano maggiori i meriti dei giallorossi che le colpe dei padroni di casa.
5′ di recupero, arrembaggio doriano, Roma raccolta a protezione dello zero a uno.
De Rossi, toccato anche duro nel frattempo, digrigna anche la barba, oltre ai denti.
Poi, dopo un ultimo rischio per colpa di un appoggio di Fazio, Mazzoleni fischia. E quasi non ci crediamo.
Partita spezzettata, Sampdoria affaticata; a volte, udite udite, si ha la sensazione che i giallorossi siano più avvolgenti, per così dire, quando si riversano nella metà campo doriana.