L’unicità senza tempo di Dzeko
(IL MESSAGGERO, Ferretti) E quando lo trovi un altro come lui. Come lui in che senso? Uno che ti fa gol col ripetitore, ad esempio. Sì, certo: uno che in campionato non segna all’Olimpico dall’aprile dello scorso anno… No, no: uno che ha segnato ottantacinque gol in centosessantasei partite. E, poi, nel suo caso non è soltanto un discorso legato ai gol. Ma, scusa, un centravanti da che cosa lo giudichi: da come corre o da quanto segna? Dal numero dei gol, certo, ma uno come lui va giudicato anche per altre cose. Per come fa girare la squadra, ad esempio. Ma se gli rinfacciano sistematicamente di estraniarsi dal gioco? La verità è che uno come lui non finisci mai di scoprirlo, perché per quanto talvolta ti possa far arrabbiare quando non c’è ti manca. Ti manca da morire, hai ragione.
UN FUTURO DA SCRIVERE – Uno come Edin Dzeko, al di delle chiacchiere da bar, non lo compri tutti i giorni al supermercato. Lui, con pregi e difetti, fa parte di un’altra categoria. È merce rara, nel mondo del calcio. Perché non è facile trovare un centravanti che faccia gol e che sappia far fare gol. Ci sono in giro bomber più spietati, attaccanti che vivono esclusivamente per il gol, ma non sono tanti quelli che sanno abbinare la quantità alla qualità. E, osservando bene il panorama internazionale, Dzeko rappresenta una splendida eccezione. Anche se i dodici gol stagionali (sette più cinque in Champions League) non rendono onore al suo valore. Che, al di là della carta d’identità, continua ad essere pregiato assai. Già, l’età. Dzeko, 33 anni il 17 del prossimo mese, è vincolato con la Roma fino al 30 giugno del 2020, e questo significa che a fine stagione per forza di cose dovrà essere presa una decisione sul suo futuro. E in certi casi, si sa, o arriva il rinnovo oppure scatta le cessione.
Si sussurra che a Trigoria non è stata ancora presa una decisione. Chissà. E, scorrendo l’attualità, oggi non v’è certezza sul nome di quale dirigente sarà chiamato ad affrontare la faccenda. Mica una cosa da poco, a ben pensarci. Al di là di qualsiasi considerazione, sia la società che il giocatore faranno le proprie, ragionate valutazioni. E, come sempre, alla fine sarà soltanto il dio danaro a comandare. Che nessuno si faccia illusioni, in merito. Nell’attesa degli eventi, non resta che sottolineare quanto sarà complicato per la Roma trovare, oggi, domani o dopodomani, uno come Dzeko. Che con un’altra rete romanista si tatuerà una Lupa sul cuore, simbolo della società in cui ha segnato di più. Con tanti saluti al Wolfsburg. E riuscirci nel derby sarebbe indimenticabile. Non solo per lui.