PENSIERI E PAROLE di Paolo MARCACCI
Ci sono due bambini. Entrambi amano ricevere regali. Hanno però diverse abitudini, e diversi regali.
Il primo bambino ha l’aria sempre annoiata, un poco altezzosa e francamente antipatica; non si è mai posto il problema di credere o meno a Babbo Natale: seppure incontrasse quello vero, non gli direbbe nemmeno “caro”; comincerebbe subito a frugare nel suo sacco, senza neppure chiedergli il permesso, per prendersi i regali più belli, senza nemmeno preoccuparsi di apparire maleducato. Perché i regali per lui non sono importanti, sono l’unica cosa che conta.
L’altro bambino ha lo sguardo sempre sognante; anzi: trasognato. Come se avesse sempre la testa chissà dove, perso nel suo fantasticare. I suoi occhi sono bellissimi; bellissimi. Meriterebbero di anno in anno di essere più felici. Lui è certo di una cosa: anche quando avrà i capelli bianchi continuerà a credere alla Befana. Perché non dovrebbe esistere? Prima o poi si manifesterà, con un vessillo tricolore legato alla sua scopa.
Non riceve molti doni, il bambino dagli occhi bellissimi, ma nella sua letterina ne chiede ogni anno di meravigliosi. Anzi, il vero regalo è avere una fantasia come la sua, che ogni anno riesce a fargli scrivere una letterina più bella della precedente, per quanto di regali nella sua calza ce ne siano sempre stati pochi. È il suo cuore, il regalo più grande e nemmeno per il pacco più grande del mondo potrebbe accettare di essere diverso da quello che è.
È la differenza tra la Juventus e la Roma, bellezza. È tutto qua