VOTI A RENDERETOP

VOTI A RENDERE di Paolo MARCACCI

Nuova puntata della rubrica del nostro geniale Paolo Marcacci che da buon professore, dà i voti al weekend appena trascorso… Una rubrica da non perdere…

10) IL SUPERCLASICO
È storia, letteratura, alchimia di anime e umori dal nuovo mondo e dall’altro emisfero; apoteosi latina del fronteggiarsi di due modi di essere, due classi sociali, due possibilità di stare sulla terra, nessuna delle due mai scelta del tutto: capitata in sorte, come l’appartenenza che ne scaturisce. Non si sceglie di essere del Boca Juniors o del River Plate: loro scelgono te, ti vengono a prendere, ti danno un senso nel mondo come se il male o il bene fossero due stadi, come se gli altri fossero andati all’inferno solo per essere nati dalla parte maledetta di Buenos Aires; come quando gli spalti altezzosi del Monumental si specchiavano nel ghigno di Daniel Passarella, mentre la Bombonera si scuoteva aggrappata ai riccioli di Diego Maradona; mentre il dio del calcio splendeva nella monetina caduta a centrocampo, prima di ubriacarsi per non costringersi a scegliere tra due figli prediletti.
9) Stephan El Shaarawy
Quando intinge in quel modo il pennello, dipinge la Gioconda.
8) Sergio Agüero
Conclusione terra-aria dal settore destro dell’area, come se la traversa andasse divelta, per fare spazio al record con cui “El Kun” aggancia Sir Bobby Charlton nella graduatoria dei marcatori “all time” del derby di Manchester.

7) Kimi Raikkonen
Sarà un caso, ma alla caduta progressiva delle ambizioni mondiali di Vettel, ha fatto da contraltare l’incremento delle sue prestazioni e della sua competitività, peraltro lucidissima. Altro podio, altra lezione di guida.

6) Bryan Cristante
Nella domenica in cui fa, ovviamente, più notizia il ritorno al gol (con la maglia del club) di Schick, passa in sordina quella che è un’altra giornata della sua – per ora limitata quanto a episodi – continuità prestazionale, con tanto di gol realizzato al novanta per cento e poi affittato a Juan Jesus. Meglio così, si migliora anche in sordina, poi arriveranno i titoli, speriamo non solo giornalistici.

5) Gonzalo Higuain
Poteva essere la sua serata, era forse troppo carico per questo. Ha inveito in faccia al mondo; ha “telefonato” a Szczesny il rigore del possibile pareggio milanista. Furente, frustrato.

4) L’Inter di Bergamo
A volte si può venire risucchiati nel gorgo della consapevolezza acquisita circa la propria forza, dopo una striscia di risultati utili. È segno che c’è ancora da lavorare, come Spalletti va ripetendo da tempo. A Bergamo, Icardi e compagni hanno vestito il nerazzurro sbagliato.

3) Gian Piero Ventura
Lettera a un’esperienza tecnica mai nata.

2) Situazione Genoa
Ora Juric è di nuovo sotto osservazione, come del resto il suo predecessore e come lui stesso in altre fasi della sua “contrattualistica pirandelliana” con Preziosi. Il presidente genoano, al quale auguriamo che certi striscioni della gradinata servano ad allungargli la vita, non è solo uno che caccia gli allenatori: è anche uno che si prende il gusto di richiamarli per farli poi ripiombare nell’incubo, come in certe pellicole horror ben riuscite.

1) Esteban Ocon
Primo caso nella storia di pilota di Formula Uno che avrebbe bisogno della P sul musetto.

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