ROMA-SPAL. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – La gara di ieri avrebbe dovuto essere un nuovo tassello di una retta via ritrovata: si è trasformata, al contrario, in un incubo.
Contro un avversario organizzato, ma modesto e in difficoltà, la Roma non sfrutta, al solito, le occasioni che le capitano. Va sotto per un’ingenuità di Luca Pellegrini: i giovani, anche se bravi, di errori ne commettono, per forza di cose.
Da lì la Roma non riesce a riprendersi ed è questa la colpa più grave, che le assenze di calciatori di personalità non bastano a giustificare.
Un Edin Džeko irritante negli atteggiamenti ha l’occasione, in apertura di ripresa, di pareggiare e di dare nuovo slancio alla gara ma la fallisce. Perché in questo periodo passa più tempo a discutere con compagni e dirigenti (De Sanctis, ieri) che a buttarla dentro?
Da strenuo difensore di Di Francesco penso di potermi permettere critiche senza i pregiudizi che l’hanno accompagnato sin dal suo arrivo.
Vero che martedì c’è la Champions ma perché forzare il turnover soprattutto quando siamo ancora a ottobre e già mancano giocatori importanti?
Santon è tra gli uomini più in forma; con un Fazio che continua ad avere difficoltà forse meglio riproporgli accanto Manolas che non Marcano; vero che Lorenzo Pellegrini sta andando alla grande da trequartista ma, se c’è esigenza, non può toccare a Cristante iniziare l’azione; perché, infine, l’esordio assoluto di Coric in un momento delicatissimo e non Pastore (comunque, poi, evanescente)?
I vari giocatori offensivi messi in campo nel corso della partita, anche con la Spal in 10, non hanno contribuito a generare alcuna vera occasione: Di Francesco continua a riproporli quando perde all’Olimpico con l’auspicio di allargare il gioco sugli esterni ma la squadra, puntualmente, recepisce poco la direttiva.
Ora c’è la una delicata partita di Champions e poi le due complicate trasferte di Napoli e Firenze: la Roma ci ha abituato a tutto, nel bene e nel male, ma vivere sull’ottovolante difficilmente può regalare soddisfazioni a fine stagione.