EDICOLA. C’è un conto da pagare
IL MESSAGGERO (Liguori) – Trigoria non è più casa e l’Olimpico neppure, i giocatori giallorossi sono stranieri in patria e vivono questi giorni con uno stato d’animo negativo. Difficile giocare divertendosi. E stasera sono chiamati ad una gara che, noi più grandi, pensavamo di non vedere mai più: uno scontro diretto con il Frosinone per la lotta alla retrocessione.
Un occhio alla classifica e una riflessione: le cose stanno così e, se si sottovalutasse anche questa partita, non si sa come potrebbe finire il campionato. È inutile fingere, ora serve il carattere, l’orgoglio e anche qualcosa di più ed è perfettamente inutile, anzi, pericoloso,dare addosso a questo gruppo e al suo allenatore. Perché siamo arcisicuri che molti di loro carattere e orgoglio lo possiedono, altri sono stati smontati psicologicamente.
Pensateci bene: se Daniele, a dispetto dell’età e della condizione, è sempre il più combattivo, vuol dire che troppi altri sono spenti. E li ha messi a terra l’atteggiamento della società. Ora Pallotta è esploso contro Monchi,ma è tardi e forse una commedia. Poteva pensarci prima, ma tutto è andato avanti secondo i programmi, dettati dalle plusvalenze sopra ogni altra cosa. Lo stesso Monchi è il migliore in questo campo, ma la Roma ha una sua natura che non regge questa giostra di cessioni e acquisti senza obiettivi.
Dieci anni senza vittorie, sette allenatori diversi (alcuni straordinari dopo la Roma) sono un conto troppo caro. Qualcuno lo dovrà pagare. Ai tifosi chiedo più impegno di sempre: quella maglia è anche nostra, cercate in casa e la troverete.