DI FRANCESCO “Primo tempo troppo brutto per essere vero”
Il tecnico giallorosso Eusebio Di Francesco ha parlato al termine della partita pareggiata in casa contro l’Atalanta. Queste le sue parole ai microfoni di Sky Sport:
Aver cominciato con una magia può aver fatto calare la tensione?
Bisogna dar merito all’Atalanta per la condizione fisica che magari è avanti rispetto ad altre squadre, andavano il doppio di noi che siamo più dei diesel. Se avessi potuto ne avrei dovuti cambiare sette o otto. Negli ultimi minuti abbiamo riperso gli equilibri e mi hanno fatto incavolare. Siamo diventati una squadra lunga che voleva la vittoria ma che non poteva concedere così tanto all’Atalanta.
Lavorate molto per azioni come quelle di Florenzi?
Abbiamo fatto poco rispetto a quello fatto in settimana. Abbiamo dato palloni ad Olsen senza senso. Quando sei bravo a muoverti e a venire in contro come Edin è facile trovare spazio, ma è quello che avrei voluto vedere sempre. Nel primo tempo siamo stati stati troppo brutti per essere veri.
Tre punti sul polso dopo quel pugno alla panchina?
Divento matto a volte. Vorrei più attenzione e volevo più equilibrio negli ultimi minuti. Non possiamo permetterci certe cose se sei una squadra importante.
La partita la faceva sempre l’Atalanta…
Dico solo che ci è mancata anche la velocità di pensiero. Questo ti dimostra che hai subito la partita, quando accorciavano non avevamo la bravura di ripartire con loro. Manolas ha subito troppo per le qualità che ha. Rincorrevamo sempre e non correvamo avanti come piace a me e come siamo abituati.
Pastore è stato importante, qual è la sua posizione? Preferisci il 4-3-3?
La scorsa settimana non poteva fare niente perché sbagliava tutti i palloni. Mi serviva maggiore qualità e me l’ha data. Dopo il gol è sparito, andavamo molli e poco determinati. Lui quando viene tra le linee diventa determinante e importante, è quello che voglio. Non sono fissato su un modulo specifico, cerco di mettere i giocatori nella posizione giusta.
Capiterà spesso di vederlo lì?
Sì, quando uno sa giocare un giocatore può stare ovunque.