Sarebbe bella una settimana da nove punti… Sarebbe felice anche D’Alema
di PAOLO MARCACCI – Più che pioggia – meno di quella annunciata – è un lavacro purificatore: dalle chiacchiere inutili, dai non richiesti pareri istituzionali, dagli sfoghi di chi è troppo solo nei pressi della porta e di chi dalla porta si trova ora più lontano. Sembra fatto apposta il tabellino del primo tempo, col gol di Nainggolan a chiudere una triangolazione pregiata da calcetto in palude e la capocciata di Dzeko che è punteggiatura ideale per il verso che Florenzi scrive di sinistro in frenata dalla fascia destra, sbilanciando mezzo Verona, dando senso all’ombrello di chi è uscito da casa, dicendosi da solo il più agonistico dei “bentornato”.
È sobria ed elegante la nuova maglia scura, come la manovra della Roma quando il fondo allentato non disturba il palleggio.
Quanto conta il livello dell’avversario? Conta nella misura in cui la tua autorevolezza mette subito in chiaro che sei tu il più forte e in questo senso il primo tempo, dopo un minuto di recupero, va in archivio nella maniera migliore, con il doppio vantaggio che poteva essere perlomeno triplo. Su un terreno diverso avremmo visto molto di più El Shaarawy, se vogliamo addentrarci nei dettagli e, per chi tiene d’occhio i particolari, ogni volta che Ünder si avventa sul pallone c’è il barlume di un qualcosa di prezioso. Particolari che incuriosiscono, per ora, senza responsabilizzare chi deve giocarsi le proprie carte. Di certo se le gioca con autorevolezza Pellegrini, sia quando trova con naturalezza il cambio di passo che quando va alla conclusione dal limite.
Giulietta non s’affaccia nemmeno nella ripresa, quando becca il terzo allo scoccare dell’ora di gioco: suggerimento rasoterra di Kolarov, da sinistra e coi giri delle lancette di un Eberhard, Dzeko si avventa in anticipo e Nicolas si ritrova in un muto scambio di sguardi con Herteaux.
Veronesi in dieci per l’espulsione di Souprayen al minuto 66, con Pazzini in luogo di Kean e Verde, precedentemente, al posto di Buchel.
Cominciano gli avvicendamenti anche nella Roma, in vista di Benevento e Udinese: Nainggolan e Ünder per Gerson e l’esordio di Schick, che spara subito al volo senza esitazione: risposta di Nicolas che si ripete immediatamente sulla conclusione di Dzeko. Nel frattempo avrebbe meritato la rete El Shaarawy, più nel vivo della trama offensiva e affamato di porta. Cresce, ulteriormente, l’autorevolezza di Pellegrini a centrocampo.
Ed ecco anche Moreno, in luogo di Manolas, per un altro bagno – in tutti i sensi – d’esordio allo stadio Olimpico. Ha coinvolto più uomini possibile in una serata di applausi e giocate apprezzabili, Eusebio Di Francesco e questo è un altro segno di intelligenza, oltre che una saggia rotazione delle risorse.
Il finale è un torello con velleità di arricchimento del bottino, ma sembra che El Shaarawy stasera debba accontentarsi di essere tornato titolare.
Un piccolo interrogativo ragionevolmente speranzoso si fa strada tra gli applausi di chi è alla fine contento di aver preso un po’ d’acqua: quanto sarebbe bella una settimana da nove punti? Immagina, puoi. Sarà d’accordo anche D’Alema, peraltro.