ROMA-ATHLETIC. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego Angelino – Una scenografia come quella che ha accolto le squadre in campo meritava un successo proprio così: in rimonta e all’ultimo secondo.
Nel Roma-Torino del maggio ‘83 lo stadio era vestito a festa per festeggiare il secondo scudetto appena vinto; nel Roma-Parma del ‘01 era invece di un solo colore per spingere la squadra a conquistare il terzo.
Ieri, un mare di bandiere per l’andata di un ottavo di coppa: ennesima dimostrazione di come “Roma ambiente difficile” sia solo un pregiudizio, usato spesso dai protagonisti per giustificare le proprie sconfitte o mediocrità.
In campo il Bilbao è messo benissimo: obbligatorio girar palla per provare a stanarli e colpirli.
Rensch (partitona, la sua) per aiutare Celik (il migliore) contro lo spauracchio Nico Williams; Pisilli e Baldanzi per aggiungere freschezza: Ranieri sorprende ma ha ragione lui.
Sta (anche) indovinando i cambi ma il vero lavoro è a monte: come spesso gli accade quando arriva, riesce a far sentire tutti importanti e da tutti tira fuori il meglio. Ieri Cristante sbaglia la prima palla dopo il 90’.
Se fossimo 2-1 già al primo tempo ci sarebbe poco da dire: l’Atletico ha due occasioni grandi che non prevedono però la parata di Svilar.
I giallorossi colgono la traversa con Dybala e, prima, Dovbyk scivola sul più bello non arrivando a concludere: c’è, anche, un tema sull’irrigazione (eccessiva) del manto dell’Olimpico.
Secondo tempo subito in salita: Ndicka si perde Willams – Iñaki – e gli ospiti vanno avanti.
Altra grande caratteristica del momento: la Roma mette palla al centro e riparte come nulla fosse. Con più freddezza di Baldanzi, il pari sarebbe pressoché immediato.
Arriva invece Angeliño – col destro – a trovare il pari che rilancia la Roma: Celik va sul fondo e mette la palla giusta, rasoterra e arretrata.
Attacco scarico: fuori un ottimo Dybala e un, per me, non positivo Dovbyk; dentro Soulé e Shomurodov che, come sempre in questa stagione, inizia a correre tarantolato.
Con uno dei suoi movimenti costringe Alvarez al giusto secondo giallo, che dà alla Roma qualche minuto di superiorità numerica.
Tanti cambi e interruzioni ma recupero striminzito: per fortuna c’è tempo per l’invenzione di Saelemaekers e la zampata vincente di Shomurodov, che sublima i suoi 23′ in campo alla Bartelt con la Fiorentina.
Un piccolo ma importante vantaggio: speriamo in una serata ispirata, in un arbitro non casalingo e nella sagacia di Ranieri, per entrare davvero nella fase interessante di questa competizione europea.