Quella Roma color pomodoro…
MI RITORNI IN MENTE di Franco Bovaio – Giovedì si andrà ad Oporto e non si potrà sbagliare partita, perché bisogna proseguire il cammino in coppa, anche se l’avversario è molto ostico ed ha pure una tradizione favorevole nei nostri confronti. A cominciare dalla prima volta in cui lo affrontammo: ottavi di finale della Coppa delle Coppe 1981-82, vittoria loro per 2-0 nella gara di andata in Portogallo e pareggio per 0-0 all’Olimpico in quella di ritorno. Porto avanti e noi a casa.
A quella doppia sfida mi lega il ricordo di una maglia molto particolare indossata dalla Roma, ben diversa da quella rossa amaranto bordata di arancione che abitualmente metteva in quella stagione. Una maglia dai colori sgargianti, rossa pomodoro di base con colletto a V e righine stile adidas sulla maniche giallo limone. I calzoncini erano bianchi oppure rossi e l’abbinamento, vi confesso, non mi piaceva affatto, tanto ero affezionato alla divisa usata in campionato, che per la UEFA, però, aveva il difetto della scritta Barilla sul petto.
Il motivo per cui in coppa la Roma aveva dovuto cambiare la divisa da gioco, infatti, consisteva nel divieto, allora in vigore nelle competizioni europee, di indossare maglie con gli sponsor! Una cosa che, detta oggi, sembra fuori dal mondo. Invece, allora, era così per tutelare la sacralità e la purezza del gioco del calcio che, oggi, invece, si è venduto pure l’anima. Per questo la playground, fornitrice del materiale tecnico della Roma in quella stagione, si inventò questa maglia alternativa a quella abituale da usare esclusivamente nella Coppa delle Coppe in cui, però, i giallorossi fecero poca strada. Dopo aver eliminato i nordirlandesi del Ballymena United, infatti, si fermarono di fronte al Porto e la maglia rossa pomodoro venne così presto accantonata, chiudendo la sua breve storia con tre apparizioni soltanto: nel 4-0 casalingo contro il Ballymena della gara di ritorno dei sedicesimi e nelle due partite giocate contro i portoghesi negli ottavi.