MILAN-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego Angelino – Alla fine resta un po’ di amaro in bocca: ma la Roma di quest’anno, in campionato, devo purtroppo accontentarsi anche solo di muovere la classifica.
Atmosfera surreale, a San Siro: società (americana) contestata e notizia del probabile esonero di Fonseca a due ore dal fischio d’inizio.
Nella peggiore tradizione USA legata al calcio, il portoghese viene allontanato addirittura dopo averlo fatto andare ai microfoni nel post-partita.
Modalità indegna; compassione zero. La sceneggiata fatta nel primo tempo toglie anche il velo di “signore” a un allenatore che in ogni realtà in cui si arriva pensa sempre bene di litigare con i più forti della squadra.
Rispetto al Parma, Roma con Pisilli per El Shaarawy. Il 61 ci mette un po’ a capire dove si trovi, anche perché Reijnders è un clientaccio.
Giallorossi esageratamente coraggiosi: regalare l’1-0 in contropiede e rischiare il 2-0 con le stesse modalità è da incoscienti. Lasciamo ai profeti del “giochismo” perdente un certo tipo di atteggiamento.
Si mette male anche perché Fabbri ti ha ammonito Hummels e Koné, entrambi al primo fallo, col tedesco che prende pure prima il pallone dell’avversario.
Ranieri – per la sorpresa di molti – fa la cosa più logica: fuori i due ammoniti per non compromettere la partita in corso ed essere in difficoltà per la formazione anti-Lazio.
Anche perché il Mister di San Saba conosce bene il ruggito di San Siro: a quelle latitudini, sono abituati che il contatto tra Pisilli e Reijnders dà diritto non a uno ma a due rigori. Quindi, al primo soffio di Hummels e Koné, la doccia anticipata è quasi garantita.
Nel mentre, Pisilli ha iniziato a carburare e trova un bel filtrante: Dybala con una magia permette a Dovbyk di esaltare il suo assist.
L’argentino è a vista più tonico di qualche tempo fa: si allena con regolarità e ovviamente le prestazioni ne risentono positivamente.
Dopo un allenatore andato in confusione perché non sapeva dove metterlo nel suo 4-3-3 e un altro che gli faceva rincorrere a tutto campo Bastoni, finalmente la normalità di Ranieri a permettere alla Joya di tornare determinante.
La Roma non tiene in nessun modo Chukwueze: il nigeriano per fortuna, spesso, tocca troppe volte il pallone anziché scambiare; poi esce infortunato.
Da lì la Roma riparte e trova spazi e giocate che avrebbero dovuto essere trasformate nel goal del successo.
Pisilli e Pellegrini su tutti hanno il pallone del 2-1 ma entrambi, con diverse modalità, graziano Maignan.
Non si può non dire qualcosa su Pellegrini, premettendo che chi scrive ne è stato strenuo difensore fino al 16 gennaio di quest’anno.
Ma non è accettabile entrare in campo così, chiedere all’allenatore dopo 15’ quale posizione si debba prendere, sbagliare dei passaggi e delle scelte elementari.
301 presenze e 54 goal con la Roma sono un patrimonio che, in primis per se stessi, andrebbe difeso e preservato, al di là di ciò che potrebbe accadere nelle prossime finestre di mercato.
Bene El Shaarawy nello scorcio finale ma nulla serve a perforare ancora la porta rossonera.
Ora il derby che, dopo anni, tristemente conta davvero più per la singola partita che per la malinconica classifica.
Tanti auguri a tutti voi di un 2025 che possa regalare molte più soddisfazioni dell’anno che si sta chiudendo!