I leader ritrovati, la serenità e i gol: così Ranieri ha cambiato la Roma
(IL MESSAGGERO) Bastano tre punti e quattro gol al Lecce per archiviare gli ultimi tre mesi? Chiaramente no. E in tal senso non basterebbero nemmeno i sei (ancora da conquistare) con Como e Parma. Sono utili però per tracciare una linea e capire come ripartire e cosa aspettarsi da qui in avanti. Perché una testa serena, ragiona meglio di una che convive con la paura. In campo e fuori. E la vittoria di sabato è stata utile proprio per questo motivo: non si cancella nulla ma grazie al lavoro di Ranieri si sta capendo che non è tutto da buttare. Partiamo con le cose positive: segnare quattro gol (prima volta in stagione) quando giochi senza il centravanti (Dovbyk in tribuna, Shomurodov in panchina) non è da tutti. Al di là del fallo da rigore di Saud, figlio dell’inesperienza dell’arabo ad alti livelli, e del palo di Berisha a partita finita, il Lecce non ha mai tirato in porta. Ok, parliamo del Lecce e non del Real Madrid, ma è pur sempre un dato da sottolineare.
E poi: la ritrovata vena di Paredes, Mancini e Hummels, una Restaurazione applicata al calcio mai come adesso utile; la conferma del potenziale e dell’esplosività di Pisilli; la scoperta di due ali che da qui in avanti potranno, all’occorrenza, permettere di giocare a quattro (4-3-3, 4-4-2 o 4-2-3-1); la buona condizione atletica; il sorriso di Dybala anche in una serata dove non ha segnato ma ha dato l’idea di tornare a divertirsi con il pallone tra i piedi. E ultima, ma non per importanza, la serenità con la quale la squadra ha reagito al gol. (…)