EDICOLA. Gran tifo e cori da parte dei 2300 tifosi giallorossi presenti. E la società li ringrazia
CORRIERE DELLO SPORT (R. Maida) – Meritavano almeno la speranza che Dzeko, sotto ai loro occhi, aveva riacceso con il gol del 3-1. Non meritavano lo sciagurato controllo di Gonalons che ha consegnato a Suarez il pallone della qualificazione. Com’era il motto? Chi tifa Roma non perde mai. E allora abbracciateli idealmente quei 2.300 piazzati ad altezza drone nella piccionaia del Camp Nou. Hanno speso 89 euro per partecipare a una serata amara che lascia sensazioni ben diverse rispetto alla trasferta analoga vissuta due anni e mezzo fa. Non tanto per il risultato che è stato di per sé più onorevole (a novembre 2015 finì 6-1 per il Barcellona) quanto per il dibattito che suscita: due autogol, un assist al contrario, un rigore e mezzo negato, qualche occasione fallita. Chi l’avrebbe mai detto. E così dal settore ospiti si levano cori e applausi no alla fine per una squadra che verrà eliminata dalla Champions League ma non ha permesso a Messi, Iniesta, Rakitic e tutti gli altri di calpestarla.
GRATITUDINE – E così, dopo i ringraziamenti dei giocatori dal campo, anche la società ha ritenuto opportuno manifestare un plauso virtuale alla propria gente che si è spinta fino in Catalogna per vivere il sogno di un’impresa impossibile: «Grazie a tutti i tifosi della Roma che ci hanno seguito e sostenuto in questa trasferta» si legge sul profilo Twitter del club, mai così esplicito e formale nel sottolineare lo straordinario supporto popolare.
RITORNO – Tra cinque giorni ci sarà una partita di ritorno da giocare e l’Olimpico, già esaurito da due settimane, proverà a dare una spinta ulteriore alla Roma. E’ impensabile battere il Barcellona 3-0 ma è già bello vivere un’altra serata europea di alto pro lo con lo stadio pieno. Non era previsto, è un bonus.
DELUSIONE – Peccato che Alisson non sia stato mostruoso come altre volte. Non che abbia determinato la sconfitta, sia chiaro, ma non è riuscito a salvare la Roma che mai in questa stagione aveva incassato quattro gol tutti una volta. Rispetto a Di Francesco e a Dzeko, Alisson non ritiene giusto parlare dell’arbitro: «Ha sbagliato, è vero, ma non dobbiamo usarlo come scusa. La verità è che dobbiamo migliorare per rende- re possibile ciò che sembra impossibile». Avrà ripercussioni negative questo risultato? «Non ci penso. Dobbiamo continuare a onorare il campionato e anche la Champions, uniti come sempre».