BOLOGNA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego ANGELINO – Partita che precede una gara importante; avversario non trascendentale; distrazioni, goal sbagliati, discutibili scelte arbitrali. Risultato: si torna a casa con un solo punto. Nella nostra storia, quante ne abbiamo vissute di giornate così?
Contro una squadra che può solo chiudersi e ripartire inizi bene ma poi, uscito Nainggolan e preso goal in occasione dell’unico tiro subìto, non velocizzi e allarghi pochissimo il gioco, agevolando il Bologna.
Vengono così fuori tutti i limiti e i difetti della rosa: a cominciare dall’atavica assenza di un regista in grado di trovare la giocata giusta, fosse anche un lancio illuminante, colpo non nelle corde di un De Rossi davvero insufficiente in fase di costruzione.
Chi più, chi meno, i giocatori della Roma sbagliano spesso scelte e passaggi banali: al di là della qualità o del momento di alcune seconde linee, come non pensare che la testa fosse già a Barcellona?
In attacco, vista anche la richiesta di Džeko di non partire dal 1’, ecco una nuova opportunità per Schick. Il ceco trova in alcune occasioni la porta, seppur calciando sempre debolmente, lasciando ancora a desiderare per quanto riguarda la “presenza” all’interno della partita.
Il numero 14 avrebbe comunque servito un assist se Strootman, così come contro il Genoa, non avesse centrato il palo (in Liguria fu traversa) da due passi.
Per rimediare al vantaggio bolognese – viziato da un fallo di mano di Poli – occorre l’ingresso di Džeko, letale nell’unica occasione pulita avuta a disposizione. E pensare che a gennaio era stato praticamente venduto…
A Barcellona vedremo un altro atteggiamento? Sicuro. La vera domanda però è: quando riusciremo ad affrontare con la giusta concentrazione (e la giusta rosa) due competizioni?
Tantissimi auguri di Buona Pasqua e Pasquetta a tutti i lettori de “La Roma”!