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STROOTMAN “Vinciamo con il Bologna e poi pensiamo al Barcellona”

Il centrocampista giallorosso Kevin Strootman è stato il protagonista di un una diretta sul profilo ufficiale Facebook della società giallorossa, intervistato in diretta da Simone Conte. Queste le sue dichjiarazioni:

In questi giorni i tifosi romanisti pensano solo ad una partita…
Al Bologna?

Anche, ma sono proiettati un po’ più avanti, come si prepara Bologna-Roma in questo momento?
Sicuro anche noi pensiamo alla partita contro il Barcellona, ma per arrivare bene mentalmente devi vincere contro il Bologna. Sarà una partita difficile e noi dobbiamo vincerla, la Champions League non conta niente per il campionato e viceversa. Quindi dobbiamo vincere contro il Bologna, sarà difficile, e poi potremo pensare al Barcellona.

La diretta con Kevin Strootman

Siamo in diretta con Kevin Strootman! Inviateci le vostre domande per il centrocampista giallorosso

Pubblicato da AS Roma su giovedì 29 marzo 2018

I tuoi compagni quando parlano di te dicono che sei quasi maniacale con il lavoro settimanale…
Dopo l’infortunio è cambiato il mio modo di lavorare e come preparare l’allenamento. Dovevo cambiare, forse voglio essere troppo preciso, ma mi piace questa cosa. Ogni tanto mi prendono in giro, anche lo staff tecnico e medico, ma va bene. Io mi sento bene così e così voglio continuare a lavorare. Quando stavo male col ginocchio mi è stato detto che non potevo più giocare 90 minuti, dopo l’infortunio invece ho fatto 80/90 partite. Voglio continuare e migliorare sempre, per questo faccio cosi.

Sei mai arrivato in ritardo all’allenamento?
No, solamente per le interviste come questa. Succede poco nella squadra, al massimo sarà successo due o tre volte nell’anno. E’ una cosa buona. Addirittura anche i brasiliani.

Sono anche tutti ordinati?
Meno.

Ti capita mai di lasciare qualcosa fuori posto?
Forse qualche volta… lo spogliatoio di solito non è sempre ordinato, ma ci proveremo a migliorare.

Jesus dice che siete un grande team: sembrate un bel gruppo da fuori…
Sì, si vede quando le cose non vanno bene. Nel mese di dicembre e di gennaio abbiamo perso qualche partita. Stavamo tutti insieme, tutti parlano con tutti. I gruppi, tipo i sudamericani o gli italiani, ci sono, ma se facciamo una cena la facciamo con la squadra, siamo 23 persone. Quando le cose vanno bene è facile dire che siamo una famiglia, ma quest’anno anche quando non andava bene siamo rimasti uniti. Mi piace, dobbiamo continuare così per fare qualcosa di importante.

Si vede anche nel campo…
Sì, forse dobbiamo farlo vedere un po’ di più in campo. Serve il giusto equilibrio, lo stiamo trovando.

Chi paga il conto quando andate a cena?
Non è un problema, con i calciatori vogliono tutti pagare. Quest’anno io ancora non ho pagato, sicuramente la prossima volta tocca a me: faremo qualcosa di poco caro, tipo pizza o panini (ride, ndr).

Differenti le emozioni al sorteggio. Come siete arrivati al sorteggio di Champions?
E’ chiaro che non volevamo prendere il Barcellona. Lo sai che se arrivi ai quarti devi giocare con questi qui. Non è sicuro che se prendi il Siviglia vai in semifinale. Abbiamo lottato lo scorso anno contro il Genoa, lo abbiamo fatto per giocare queste partite. Faremo di tutto per fare un risultato importante lì, poi qui, con lo stadio pieno, non si sa mai quello che succede. Siamo contenti di stare qui e vogliamo dimostrare che ci siamo arrivati non per caso.

Domande dalla rete: come sta Florenzi e se ha il piede carico per il Barcellona?
Sì, ma prima c’è il Bologna! E’ tornato alla grande dopo l’infortunio e speriamo che farà gol cosi. Anche se è brutto va bene uguale.

Alessio: Quando hai capito di esser diventato un leader della Roma?
Non mi piace tanto questa parola: quando le cose vanno bene sei un leader, altrimenti no, cambia ogni settimana. Io voglio aiutare i miei compagni, è il mio ruolo, se gli altri non giocano bene io non gioco bene. Il nostro leader è De Rossi e lo fa vedere da due anni in ogni partita. E’ lui e basta.

Carlo: perché hai sempre il viso serio?
Se sono in campo devo fare il lavoro mio, fuori dal campo e nello spogliatoio posso ridere, ogni tanto. Il giusto.

Emanuele: che cosa pensi di Under?
E’ ancora un po’ difficile per la lingua, parlava solamente turco e n on inglese. Ora capisce un po’ l’italiano. Sta facendo bene in campo ed è una cosa che aiuta: se non giochi bene è difficile entrare nel gruppo: ha qualità enormi, può diventare un giocatore molto importante per la Roma e per il calcio. E’ un bravissimo ragazzo, deve migliorare l’italiano. Ha imparato qualche parola ma dice sempre: “si si si, ho capito”, poi non ha capito niente.

Gervasio: segnate ad Alisson in allenamento?
Quasi mai. E’ fortissimo, già dallo scorso anno si vedeva l’anno scorso in Coppa. E’ un professionista, in palestra ed in campo. Ogni tanto litigo con lui perché se prende un gol è incazzato. E’ un grande e vuole vincere sempre, è molto importante per noi e spero che rimanga per tanto tempo ancora.

Stefano: quando ci fai un bel tiro dalla distanza?
Aspetto il momento giusto: dal gol contro il Napoli ancora me lo chiedono. Dipende dalle situazione di gioco: forse tiro un po’ meno dopo l’infortunio, non lo so, spero di rifare un gol così presto.

Tanti tifosi dicono: segni col Barcellona e offri la cena?
Sì, va bene. Però un gol importante!

 

 

 

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