AS ROMATOP

EDICOLA. Perotti, un mondiale in Barça

IL MESSAGGERO (S. Carina) – Tutto o quasi in una decina di giorni. Sia in nazionale che con la Roma, Perotti si gioca molto della sua stagione incrociando la Spagna o parte di essa. Martedì, nel nuovo test che vedrà impegnata la Seleccion proprio contro gli iberici, deve confermare quanto di positivo ha fatto vedere l’altra sera con gli azzurri. Nell’amichevole contro l’Italia, infatti, pur entrando in campo soltanto al 19’ della ripresa, Diego ha lasciato il segno, a tal punto da meritare gli elogi del ct Sampaoli nel post-gara. Ora l’ex genoano cerca il bis. In ballo la convocazione ai prossimi mondiali in Russia, definita più volte da Perotti «un sogno». Che lentamente, come già accaduto con la qualificazione ai quarti di Champions, può trasformarsi in realtà.

I GOL PESANTI – Martedì, nel test probabilmente decisivo, l’attaccante dovrà incrociare – tra i tanti – proprio Iniesta, Jordi Alba e Piqué che poi, il 4 aprile, affronterà con la Roma nell’andata dei quarti di finale al Camp Nou. Un legame, quello con la penisola iberica, mai sopito. Proprio in Spagna, Perotti ha iniziato la sua avventura in Europa. Era l’estate del 2007 quando Diego si trasferì al Siviglia venendo aggregato alla squadra B, con cui gioca fino al 2009. Poi, il 15 febbraio di quell’anno, esordisce in prima squadra, esordendo negli ultimi 15minuti contro l’Espanyol. Tanto bastano, per meritare la promozione. Tre mesi dopo (13 maggio) segna il suo primo gol nella Liga: al 90’ regala il successo al Siviglia contro il Deportivo La Coruna che garantisce l’accesso matematico alla fase a gironi della Champions al club andaluso. Una storia che si è ripetuta 9 anni dopo,con la rete a tempo scaduto contro il Genoa lo scorso 28 maggio che ha permesso alla Roma di ottenere il secondo posto in campionato e evitare così i playoff.

L’uomo dei gol pesanti, ha poi calato il tris con il Qarabag: anche in questo caso, il gol della qualificazione agli ottavi è sempre di Perotti. Che in carriera non ha mai segnato come in questa stagione. Si potrebbe facilmente obiettare che lo scorso anno lo chiuse con 8 centri (9 considerando la rete in Europa League al Viktoria Pilsen). Vero, ma 7 vennero siglati su calcio di rigore. Quest’anno invece, con tre mesi ancora da disputare, è già arrivato a quota 5 in campionato con soli due penalty all’attivo (e altrettanti sbagliati) ai quali vanno aggiunti i due centri pesantissimi contro il Chelsea e la squadra azera in Champions. Sempre su azione.

Merito del feeling con Di Francesco, sbocciato immediatamente, per ammissione dello stesso argentino: «Come esterno d’attacco chiede di buttarmi dentro e prendere palla tra i reparti, cosa che prima non facevo. Di Francesco mi ha insegnato a giocare tra le linee ed a attaccare la profondità, senza restare attaccato alla linea laterale. Se Sampaoli mi ha chiamato è anche per questo». I numeri sono lì a dimostrarlo:meno cross rispetto allo scorso anno (84)ma le occasioni create sono quasi raddoppiate (35) con 3 assist oltre ai 5 gol. Più qualità anche nei passaggi (85,8% di quelli riusciti: 581 su 677).

RUSH FINALE – Ora Perotti, è pronto al rush finale. Per lui inizia martedì, con il test amichevole contro la Spagna. A sorpresa, il ct argentino potrebbe regalargli una maglia dal primo minuto. Quella che al Camp Non, una settimana dopo, non gli toglierà nessuno. Inamovibile nella Roma (lo dimostrano le presenze nelle gare clou della stagione: andata e ritorno con Shakhtar, Chelsea e Napoli, Atletico Madrid, Qarabag all’Olimpico, Inter e Juventus nella prima parte della stagione ), vuole ritagliarsi uno spazio anche nell’Argentina che volerà in Russia. È in ballo e vuole giocarsela fino all’ultimo.

 

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