ALISSON “Vorrei vincere uno scudetto per questa squadra che lo merita e lavora per questo obiettivo. Voglio farne parte!”
Il portiere giallorosso Alisson Becker, attualmente impegnato con la nazionale verdeoro, nei giorni scorsi ha rilasciato una lunga intervista al canale ufficiale giallorosso. Queste le sue parole:
Gli esordi nelle giovanili dell’Internacional…
“Erano bei tempi, mi divertivo tanto. Mi sono fatto molti amici e ho lavorato con tanti professionisti. Sono stato fortunato”
La famiglia…
“Con mio fratello ci vogliamo bene, è una grande persona e un gran portiere. Ha giocato anche lui nell’Internacional, ha fatto bene, ha anche vinto una Libertadores e una Coppa Sudamericana. Faceva il terzo portiere, siamo cresciuti insieme in casa e nalla nostra squadra. E’ il mio miglior amico. Mio padre mi ha sempre detto “Devi sognare in grande” e l’ho sempre fatto. Sono arrivato fino a qui perchè i miei genitori hanno lavorato e speso tanto, non in termini economici ma di energie. Mi hanno dato tutto il supporto di cui avevo bisogno. Ringrazio Dio di avere due genitori come loro, assieme a mia moglie e a mia figlia sono le persone più importanti della vita”.
La fede religiosa…
“Ringrazio sempre Dio. C’è lui al primo posto. La fede mi aiuta sempre a vedere il lato positivo delle cose. Questo mi ha aiutato anche nell’ultimo anno, quando non ero il titolare. Ho sempre tenuto la testa alta, aspettando il mio momento”.
Claudio Taffarel…
“L’ho visto poco giocare, più quando ero bambino e i video che vedo ora di quando giocava qui in Italia e in Nazionale. Un bel professionista e un grande uomo, ho avuto la possibilità di conoscerlo di persona lavorandoci insieme in nazionale. In Brasile ha cambiato un po’ l’approccio alla partita dei portieri. E’ stato tra i primi brasiliani ad arrivare in Europa, qui si gioca molto con i piedi e bisogna fare attenzione alle uscite. Lui ha cambiato questo modo di fare. Da lui in poi sono arrivati in Europa molti portieri, come Doni e Julio Sergio che sono stati qui nella Roma. Sono felice di essere tra questi. Nella nostra squadra ci piace pensare al portiere come un uomo in più e per questo ho migliorato tanto il gioco con i piedi. E’ questo che fa la differenza rispetto al calcio brasiliano, dove non si gioca molto con i portieri”.
Lavorare con Savorani…
“Nei primi mesi a Roma non è stato facile – continua -. In Brasile lavoravo più sull’esplosività, qui più sulla tecnica. Ma anche il mister ha adattato un po’ il suo lavoro vedendo quello di cui avevo bisogno. Ho fatti due anni bellissimi in Brasile nel massimo campionato e non potevo cambiare più di tanto, il mister ha capito anche questo. Adesso ci troviamo bene, è un grande professionista”.
L’esordio in Nazionale…
“un giorno che non dimenticherò, un sogno diventato realtà. E ho la fortuna di averla difesa già per due anni. Ci sono stati portieri bravissimi che nella Seleçao hanno fatto la differenza, sono pronto anche io. Più che sentire questo peso sono felice. Ma non mi accontento, voglio vincere con la Nazionale. Sarà un mondiale difficile, ci sono tante nazionali che stanno facendo bene. Dovremo dare il meglio sempre”. Un pensiero al dramma della Chapecoense: “Quando ho saputo che li avremmo affrontati in amichevole sapevo che sarei andato in Nazionale, mi è dispiaciuto non partecipare a questo bellissimo gesto che ha fatto la Roma. Ho sentito gli amici che sono sopravvissuti, mi dispiace ancora tanto per gli altri ragazzi e per le loro famiglie”.
Inevitabile un riferimento a Falcao…
“un idolo qui a Roma e nella mia ex squadra, è un piacere per me giocare nelle sue stesse squadre. Per me è un piacere grandissimo. Se è possibile fare un po’ di quello che ha fatto lui in carriera, vorrei vincere uno scudetto per questa squadra che lo merita e lavora per questo obiettivo. Voglio farne parte”.
I tifosi giallorossi…
“Anche nell’Internacional c’è una Curva Sud, adesso questa è diventata la mia casa”.
Il derby…
“Una partita sempre ‘cattiva’, la rivalità è grandissima. In Brasile abbiamo il Grenal, c’è poca differenza”.
L’arrivo a Roma…
“Dopo il matrimonio è stata la decisione più difficile della mia vita. E’ cambiato tutto, dovevo lasciare gli amici e il club in cui ero cresciuto ma ho avuto la fortuna di scegliere una squadra che mi ha accolto benissimo. L’adattamento qui è stato reso più facile. La persona che mi ha aiutato di più è Juan Jesus, è stato 5 anni in più in Italia e mi ha aiutato. Ma tutti gli altri mi hanno accolto benissimo. Il primo anno non è stato facile, ero abituato a giocare sempre, 2 partite a settimana. Arrivando qui ho trovato un modo diverso di lavorare e giocavo una volta ogni 2 settimane. Ma ho lavorato sempre forte, pensando che il mio momento sarebbe arrivato. Ora ho preso la maglia numero 1 e non la lascio mai”
“Penso che nessuno sia insostituibile, ma arrivo ogni giorno qui a Trigoria con l’idea di fare meglio e aiutare a vincere i miei compagni. La cosa più brutta per un giocatore è non giocare. Andavo in panchina e avevo sempre la voglia di entrare in campo. Ma sono stato calmo e tranquillo, il mio momento è arrivato e devo solo approfittarne”.
Il debutto a Oporto…
“come tutti i debutti, è stata una giornata bella ed emozionante”.
“Le parate? Tutte sono difficili ma la più bella è quella su Saul con Atletico Madrid. Una partita che non dimenticherò mai. In Brasile ho giocato la Libertadores. Una competizione anche bella, ma con la Champions non c’è paragone. C’è tutto. Quando entri in campo ti senti un lupo! La voglia di giocare raddoppia!”.
“La Roma negli ultimi 5 anni è cresciuta. Non conoscevo molto Di Francesco, mi trovo bene con lui. Fa un grande lavoro, ha tanti meriti nell’aver cambiato l’atteggiamento della squadra, ora più aggressiva ma che non dimentica di giocare. Abbiamo lavorato tanto in ritiro per arrivare a inizio stagione con l’obiettivo di fare meglio. Tutta la squadra difende bene, non solo i 4 in difesa ma tutti corrono per aiutare la fase difensiva della squadra”.
I brasiliani a Roma…
“Tutti noi siamo diversi. Gerson per noi è ancora un ragazzino, ha un grande cuore e scherza sempre. Peres è quello che vediamo sempre. Abbiamo tutti un bel rapporto tra noi e con il resto del gruppo”.
Dzeko…
“Ogni giorno facciamo questa sfida, lui vuole segnarmi. E’ uno che in allenamento mi aiuta a crescere ogni giorno”.
Kolarov…
“Avevo visto poco di lui in passato, ma ho visto da subito che è un giocatore in grado di fare la differenza. Ed è un leader, non è solo uno che prende a calci un pallone. Vuole bene a tutti i compagni e cerca di spingere avanti la squadra quando serve”.
Il ritiro di Totti…
“Un giorno bello ma anche triste. Un momento in cui tutti hanno vissuto questi sentimenti. La gioia di averlo avuto in squadra, ma anche il dispiacere per l’addio di una leggenda. Abbiamo la fortuna di averlo ancora al nostro fianco. Una persona come lui deve essere sempre in questo mondo e lavorare per rendere più bello questo sport”. Su De Rossi: “Un gran capitano, mi ha accolto benissimo. Non parla sempre, ma quando lo fa lo fà con autorità e sa cosa dice e il momento giusto per farlo. La fascia da capitano ora è in buone mani”.
“Sono una persona tranquilla, non ho bisogno di grandi cose per vivere bene. Il cibo qui in Italia è buonissimo, ogni tanto mi piace uscire per Roma in giro per il centro storico. Del Brasile mi mancano gli amici e la mia famiglia, ma quando possibile li faccio arrivare qui per non avere nostalgia. Ma sono felice qui a Roma, mia figlia è nata qui, è metà romana e metà brasiliana. Mi serve solo questo per vivere bene: la mia famiglia!”