Monumenti
ROMAPATICO di Franco Bovaio. Ai tantissimi monumenti che adornano Roma, per noi, se ne dovrebbero aggiungere due. Non nelle piazze, però, ma a Trigoria, nella sede dell’AS Roma: uno dedicato a Nils Liedholm, l’altro a Claudio Ranieri che, sempre secondo noi, è il suo vero erede.
Entrambi meriterebbero una statua all’interno del Football Ranch giallorosso (lo scriviamo così, almeno per gli americani è più chiaro) per tutto quello che hanno dato e, nel caso di Ranieri, stanno dando alla nostra amata Roma. Due allenatori immensi, che più volte sono stati chiamati al capezzale della squadra in difficoltà o a guidarla da inizio stagione e che l’hanno sempre rilanciata o portata al successo.
Liedholm arrivò per la prima volta dopo la 6° giornata del campionato 1973-74 per sostituire l’esonerato Scopigno e, nella stagione seguente, portò la Roma di Anzalone ad un terzo posto che ancora oggi è celebrato come uno scudetto. Poi ci tornò nel 1979, fortemente voluto da Dino Viola per costruire la grande Roma dello scudetto dell’83 e dei sogni di coppe e di campioni. Quindi rivenne nel 1987 sempre su chiamata di Viola e, infine, nella parte finale del campionato 1996-97, insieme a Sella, voluto da Franco Sensi per rimpiazzare l’esonerato Carlos Bianchi e condurre la Roma alla salvezza.
Ranieri è arrivato per la prima volta sulla sua panchina più amata alla terza giornata del torneo 2009-10 al posto dell’esonerato Spalletti su chiamata della presidentessa Rosella Sensi e, per poco, vince lo scudetto. Poi è tornato nella parte finale della stagione 2018-19 per sostituire Di Francesco, quindi quest’anno, quando ha preso una Roma a pezzi, ai margini della zona retrocessione e le ha ridato la dignità che le compete, portandola a ridosso della zona coppe in campionato e alle splendide notti europee come quelle contro il Porto e l’Athletic.
Sono loro i nostri monumenti della panchina, sulla quale li metteremmo seduti vicini in una bella statua all’interno di Trigoria.