STORIA DI IERI di Diego AngelinoESCLUSIVATOP

VENEZIA-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…

di Diego Angelino – Personalmente, mi diverto solo quando vinco: quindi ieri alle 14.30 circa ero particolarmente felice, perchè era d’obbligo tornare da Venezia con i tre punti.

Ora, capisco che non siamo abituati (cito solo quello su Shomurodov con l’Empoli e quello su Baldanzi a Monza) ma quando i rigori ci sono non bisognerebbe aver problemi a goderne anziché sminuirli.

Esordio dal 1′ per Gourna-Douath: fisico e irruenza che va limata; da capire quanto potrà essere utile in fase di rilancio dell’azione, uno dei principali problemi della Roma.

Come a Milano, crei ma non segni: Dybala, Dovbyk, il salvataggio sulla linea sul colpo di testa di Mancini: episodi he spostano i giudizi di molti tra coloro che guardano – da tifosi o da osservatori – le partite dei giallorossi.

Ma che non cambiano quelli di Ranieri: il quale sottolinea non come semplicisticamente riportato dalla stampa – che la Roma ha giocato la sua miglior partita – ma che ha disputato la più “bella” a livello di intensità e voglia di vincere, contro il classico avversario con cui hai solo da perdere.

Angeliño, dopo aver indossato 8 diverse maglie in undici anni, pare aver trovato proprio a Roma la sua maturità: ancora una volta decisivo; probabilmente dopo il Porto, avrà finalmente un turno di riposo.

La formazione e le tempistiche dei cambi sembrano proprio orientate a giovedì, dove non dovremmo vedere – al netto del rientro di Hummels – Celik dal 1′. Ieri l’ingresso di Nelsson è stato positivo; il danese ha fatto vedere di essere il difensore rude che veniva descritto, che non fa complimenti e bada al sodo. Solo buoni motivi per ridurre al minimo – da qui a fine stagione – l’utilizzo del turco.

Svilar non è quasi mai impegnato ma quando capita – minuto 60′ – esce sui piedi di Kike Pérez risolvendo un bel problema: come a Bologna, rischi di farti pareggiare appena passato in vantaggio.

La risolve Dybala, finalmente a segno in questo nuovo anno. Sicuramente non la sua miglior stagione ma importante la continuità che sta avendo e la voglia, come detto da Ranieri, di voler giocare anche quando per lui era previsto un turno di riposo.

Qualche anno fa, nella sua prima esperienza sulla panchina romanista, il tecnico di Testaccio e il suo staff risolsero i continui problemi muscolari di Juan riducendo il consumo di carne e la palestra: chissà non abbiano trovato la formula giusta (dita incrociate) anche per l’argentino.

Da quando Ranieri è arrivato, la Roma – che ha affrontato in due mesi e mezzo Napoli, Atalanta, Milan, Lazio e Bologna – è quarta per punti conquistati: i due mesi buttati nel passaggio dalla pessima media di De Rossi al disastro Juric sono quelli che hanno segnato questa stagione.

Si può fare ancora qualcosa? In campionato, ci sarà da valutare la classifica dopo che la Roma avrà affrontato, nell’ordine, Parma, Monza, Como, Empoli, Cagliari e Lecce; in coppa, il destino si determina molto prima; il futuro: dipende dalla capacità di eliminare sprechi nei costi e come si saprà fronteggiare il FFP e l’autoflagellante accordo firmato con la UEFA tre stagioni fa.

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