AZ ALKMAAR-ROMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego Angelino – Non foss’altro per la legge dei grandi numeri – e per l’inizio ripresa – ero convinto si trattasse della volta buona. Invece la Roma si è complicata, di nuovo, il cammino europeo.
Se tutto andrà bene – e va comunque ancora guadagnato – i giallorossi passeranno ancora una volta dallo spareggio/playoff per provare ad andare avanti in Europa League.
Ranieri fa anche capire ai suoi l’importanza della gara con l’AZ: giocano i “titolarissimi”, fatto salvo Mancini che non è al massimo.
Il terzo centrale, quindi, è Celik. Al quale, come tutti i giocatori di categoria, bastano due errori per rovinarti la gara.
Il primo il turco la fa in attacco: è lanciato verso la porta; può tirare; volendo può appoggiare a Dovbyk libero; invece si gira su se stesso sprecando l’opportunità ghiotta.
Il secondo, in difesa: sarebbe bastato fare mezzo passo avanti da ultimo uomo per evitare almeno la sconfitta e l’ennesimo goal subìto in ripartenza.
Contropiede che la Roma era riuscita a evitare pur alzando molto il baricentro, nella ripresa, con venti minuti intensi, inutili però per trovare la rete del vantaggio.
Tolto un imbarazzante Dovbyk all’intervallo, era bastato un volitivo Soulé – ai suoi migliori minuti romanisti – per provare a prendersi la partita.
Aldo Serena era la voce tecnica di SkySport: al primo passaggio di Pisilli per Dovbyk, sottolinea che la palla è corta.
Al secondo, con l’attaccante ucraino fermo, si rende pure lui conto che il problema non sono i passaggi bensì chi pensa di poterli aspettare sul posto.
Anche ieri il centrale difensivo dell’AZ – uno scarso coattello – è parso il Franco Baresi di Pasadena: sta succedendo da mesi con praticamente tutti gli stopper avversari.
Un Ranieri così arrabbiato in partita lo avevamo visto poche volte: le immagini delle sue sfuriate dovrebbero far riflettere tutti, a partire dai proprietari.
Anche perché, a poco più di una settimana dal termine del mercato invernale, è arrivato solo Rensch, terzino destro tra l’altro non già affermato ma tutto da valutare.
Il secondo portiere (per il momento?) appena preso – Gollini – non avrebbe potuto giocare in Olanda, non essendo in lista UEFA. Se Svilar ieri non va in campo febbricitante, in porta tocca a un diciasettenne.
Ci voleva tanto, Ghisolfi, a dire a Ryan e al Lens di attendere il 31 gennaio per il trasferimento?
Insomma, la mediocre alternanza di risultati e prestazioni, va ben oltre allenatori e giocatori e discende dalla gestione improbabile che origina dall’alto.
Spero di agguantare i playoff, provando a restare il più possibile in corsa in Europa: ma vittorie o sconfitte, continua solo a vedersi sullo sfondo una devastante – non più accettabile – improvvisazione gestionale.