Addio Ragno Nero
di Franco Bovaio – Fabio Cudicini, il ragno nero, ha smesso di tessere la sua tela. Se ne è andato questa sera, lasciando un vuoto in tutti noi che siamo cresciuti sentendo raccontare le sue imprese. E si, perché a voi lettori più giovani e poco avvezzi alla storia della Roma il suo nome dirà poco. Ma a noi che siamo più attempati, invece, dice moltissimo. Perché la generazione dei nostri padri che ci hanno fatto romanisti era cresciuta nel suo mito. Quello di un portiere altissimo, sempre in tenuta nera, come si usava per i numeri 1 nei favolosi anni ’60, che per questo e per la sua immensa bravura era stato soprannominato, appunto, “il Ragno Nero”.
C’era lui tra i pali della Roma che vinse la Coppa delle Fiere battendo gli inglesi del Birmingham nella doppia finale prevista dal regolamento. Una vittoria nella quale mise moltissimo le sue mani, soprattutto nella finale di andata in Inghilterra, terminata 2-2 grazie alle sue parate strepitose. Quando ebbi la fortuna e l’onore di intervistarlo parlammo molto di quella partita. Mi raccontò degli avversari che gli andavano addosso come bisonti imbizzarriti (il VAR non c’era e tante amenità del calcio odierno neppure), del pallone marrone con i lacci che quando si inzuppava diventava un proiettile di cannone, del fango di quei campi e delle tante storie di un calcio eroico che non c’è più. Quel calcio del quale, pure con la nostra Roma, è stato uno dei giganti. Anzi… un ragno, il Ragno Nero.