ROMA-PARMA. “Storia di ieri”, riflessioni del giorno dopo…
di Diego Angelino – Servivano punti e una reazione, dopo Como, contro un avversario più probante delle riserve della Sampdoria.
La Roma ottiene un netto successo con probabilmente gli 11 migliori (aggiungerei Pisilli) che può mettere in campo in questa stagione.
È l’atteggiamento che fa il successo: l’1-2 romanista mette subito le cose in chiaro su quello che deve essere l’andazzo della giornata.
Miracolo di Svilar: nelle cose da migliorare c’è sicuramente la riduzione del rischio contropiede quando non si concludono le azioni.
In una partita come quella di ieri è difficile bocciare qualcuno o dare la palma del migliore.
Però la presenza di Dybala, in una settimana di grandi chiacchiere, in praticamente tutte le azioni offensive della Roma merita a mio avviso la citazione principale.
In second’ordine ci sono Saelemakers e Paredes: il belga trova un gran goal in una posizione da troppo tempo appannaggio di calciatori non di primo livello; l’argentino continua a essere metronomo a oggi imprescindibile.
Cito anche Hummels per le tante cose che fa – magari non eclatanti – durante una gara.
Dal proporsi in avanti ai passaggi verticali da centrocampista, fino allo scambio di posizione con Paredes in fase di costruzione: il tutto dopo aver ovviamente tenuto a bada l’attacco avversario.
Passavano i minuti e Ranieri non cambiava: devo dire che anche nel corso dei minuti finali si è avuta l’impressione fosse un segnale ben chiaro.
L’oscena prova di Como è evidentemente ancora nitida nella mente dell’allenatore romano: un monito per tutti, anche in vista dell’imminente mercato di riparazione.
Sono 8 mesi che la Roma non vince in trasferta: nel processo di uscita dalle sabbie mobili, invertire la rotta già da San Siro avrebbe un peso capitale anche sul prosieguo della stagione.
Un affettuoso augurio di Buon Natale a tutti voi che avete la bontà di leggermi.